Civitanova, i ristoranti restano senza pesce: "Così siamo costretti a chiudere"

Orso del ristorante Galileo: abbiamo annullato i pranzi. E Gaetani del San Marco: una settimana di autonomia

Stefano Orso: ristoranti senza pesce costretti a chiudere

Stefano Orso: ristoranti senza pesce costretti a chiudere

Civitanova, 1 giugno 2022 - Lo sciopero dei pescherecci, dovuto al caro gasolio, ha provocato conseguenze per i ristoratori, tra chi ha dovuto chiudere e chi invece rischia di dover ridurre il personale. "Abbiamo chiuso oggi (ieri, ndr ) perché manca la materia prima, non potevamo andare avanti col pesce abbattuto – spiega Stefano Orso, titolare del ristorante Galileo di Civitanova –, ora siamo obbligati a occuparci del bar della spiaggia. Questa difficoltà si somma a quelle delle settimane precedenti, come il caro bollette e la mancanza di personale. La carenza di pesce ci ha anche costretto ad annullare i pranzi di domani e domenica. Non si sa se la situazione durerà, alla lunga sarò obbligato a licenziare sei dipendenti".

Tommaso Gaetani del ristorante San Marco lamenta: "Abbiamo ancora una settimana di autonomia, avendo fatto scorte di pesce abbattuto, poi entreremo in crisi. Vivo il disagio personalmente, perché vengo da una famiglia di pescatori, sono allarmato per amici e parenti visto il futuro incerto. Fortunatamente non ho fatto tagli al personale, ma alla varietà del menù". Emilio Bartolini, padre del titolare del ristorante La Contessa, testimonia una situazione simile: "Prendendo pesce dall’Adriatico, abbiamo a disposizione solo cozze e vongole. Sono triste e preoccupato per il futuro dello stabilimento, attivo da oltre 240 anni, e per il destino dei pescatori".

Domenico De Angelis gestisce il ristorante Giarmina di Porto Potenza. "Per ora – dice – compriamo il pesce dai mercati del Tirreno e non abbiamo tagliato il personale. Rispetto la decisione dei pescatori, l’unità della categoria manca tra noi ristoratori e ognuno cerca di tirare l’acqua al proprio mulino". L’aumento dei prezzi del gasolio, che ha fermato i pescherecci, causa disagi anche a Porto Recanati, al ristorante Il Diavolo del Brodetto di Piera Giri. "Prendiamo il pesce solo dalla piccola pesca (quella praticata da imbarcazioni ridotte e a ridosso della costa, ndr ) – spiega – e data la qualità elevata della materia prima che utilizziamo, i costi sono rimasti alti. Anche la settimana del brodetto è stata rimandata perché mancano gli ingredienti". Barbara Cicerone, che gestisce il ristorante Dario, chiarisce: "Lo sciopero riguarda principalmente la grande pesca (o pesca a strascico, praticata da barche di grandi dimensioni con reti trascinate sul fondale, ndr ), quindi noi non siamo stati particolarmente danneggiati, perché compriamo pesce dal Tirreno e dalla piccola pesca di Numana e Porto Recanati. Il nostro menù elastico, può essere cambiato".