"Sarò in diretta Rai per il concerto d’inizio anno"

Matteo Sampaolo, 33 anni, è il primo flauto nell’orchestra del teatro La Fenice di Venezia: "Ogni esibizione ha adrenalina e sentimenti"

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di Giorgio Giannaccini

"E’ difficile dire in quale concerto mi sono emozionato di più: tutte le volte che suono sale l’adrenalina, perché dietro a ogni esecuzione ci sono sentimenti e spunti nuovi". Così si presenta il musicista portorecanatese Matteo Sampaolo, che ad appena 33 anni è il primo flauto nell’orchestra del prestigioso teatro La Fenice di Venezia. E lui rappresenta un grosso orgoglio per la sua città d’origine, anche se con modestia minimizza: "Il mio è un lavoro come tanti altri, non sono mica il presidente del Consiglio".

Matteo Sampaolo, quando si è avvicinato alla musica?

"A 10 anni, con i corsi di orientamento musicale organizzati dalla banda cittadina. Mio padre Vitangelo mi faceva sempre ascoltare la musica a casa e tra l’altro anche mio fratello Massimo aveva cominciato qualche anno prima con la banda. Insomma, fui spinto da una sana competizione tra fratelli. Poi, a 13 anni, iniziai a frequentare il conservatorio Rossini di Pesaro. Fu una scelta forte: ogni giorno, appena finita la scuola, prendevo il treno per andare a Pesaro e tornavo la sera".

Già in quel momento aveva capito che il suo lavoro sarebbe stata la musica?

"Mi diplomai a 18 anni, ma da lì ebbi due anni di sbandamento, non sapevo che avrei mai fatto nella vita. Finché feci l’audizione, che poi passai, con l’orchestra giovanile italiana, un corso di formazione nazionale, davvero selettivo. Ecco: in quel momento capì che volevo essere un concertista e professore d’orchestra".

Perché all’epoca scelse proprio il flauto?

"Questo rimane un mistero, ma diciamo che il flauto è uno strumento a fiato e mi è sempre piaciuto il contatto che ha la bocca con lo strumento, tanto da creare il suono. Il flauto, poi, canta le melodie, non è uno strumento che fa da accompagnamento".

Da quanto suona per il teatro La Fenice?

"Ho iniziato nel 2018 facendo diversi concorsi e il terzo, quello di marzo scorso, l’ho vinto e sono entrato in pianta stabile. Siamo un’orchestra di 103 elementi, tra cui cinque flauti".

Quanti concerti tiene ogni anno?

"Tra quelli con l’orchestra, e altri da solista per la musica da camera, penso 60-70. Ma ci sono le prove pre-concerto, che di norma durano due settimane. Comunque, dietro c’è tanto esercizio quotidiano, per non perdere la manualità dello strumento. Sono pochissimi i giorni dell’anno che non tocco il flauto, si possono contare sulle punte della dita".

Da Porto Recanati le sono arrivati messaggi di congratulazioni per la sua nomina di primo flauto a Venezia?

"Tanti: a cominciare dal sindaco Andrea Michelini, fino agli storici componenti della banda cittadina, che sono un po’ il mio fans club. Anzi, a loro voglio dire che sarò in diretta tv, su Rai Uno, per il concerto di Capodanno dell’orchestra del teatro La Fenice, alle ore 12.15. Oltre a questo, avrei anche un appello da fare, e che mi sta tanto a cuore, rivolto al sindaco Michelini". Prego.

"Il mio grosso dispiacere è che a oggi non si sa il futuro dell’ex cine-teatro Kursaal, un posto importantissimo per la città. Il mio sogno è che torni presto in vita, per diventare il luogo simbolo di bellezza e arte, che da troppi anni manca a Porto Recanati. Serve per tutta la nostra comunità".