Sesso con la stagista, condannato

Lei aveva solo 17 anni. Nei guai un barista di 45 anni

Il palazzo di giustizia di Macerata dove si è tenuto il processo

Il palazzo di giustizia di Macerata dove si è tenuto il processo

Macerata, 17 luglio 2019 - Una relazione con la stagista minorenne ha mandato sotto processo un barista maceratese di 45 anni. Ieri lui è stato condannato a dieci mesi di reclusione, con la condizionale, per sottrazione consensuale di minorenni.

La vicenda era avvenuta nell’aprile del 2017. L’uomo lavorava in un bar di un piccolo centro nel Fermano. Lì sarebbe arrivata per uno stage una studentessa 17enne dell’Ascolano. I due avevano fatto amicizia, che poi era diventata una relazione vera e propria. Avevano preso a incontrarsi più volte fuori dal lavoro.

A un certo punto però i genitori della studentessa avevano capito che quella esperienza lavorativa era diventata qualcos’altro, e si erano molto allarmati soprattutto perché lei sembrava aver perso la testa per l’uomo.

Così lo avevano denunciato. Partite le indagini, la 17enne in procura non ha avuto esitazioni nel confermare la relazione. Non si era trattato però di una violenza, ma di una cosa voluta da entrambi: lei era convinta di essere fidanzata con il 45enne, che per altro era anche sposato.

La procura aveva poi sentito altri testimoni, che avevano confermato di avere visto i due in giro insieme fuori dal bar, senza nascondere di avere una relazione.

Così il maceratese è finito sotto processo con le accuse di violenza sessuale su una minorenne, con l’aggravante di avere abusato del fatto che lei gli era stata affidata con finalità di istruzione, e di sottrazione di minore alla custodia dei genitori, per averla portata nella casa a sua disposizione.

Secondo la procura, il consenso dato dalla minorenne sarebbe stato nullo, perché lei era stata in qualche modo soggiogata da lui, per via dell’età e del ruolo che il barista avrebbe avuto come insegnante.

In tribunale l’imputato, difeso dagli avvocati Valeria Attili e Marco Michettoni, davanti al giudice dell’udienza preliminare Giovanni Manzoni ha respinto le accuse, assicurando di non aver commesso alcuna violenza sulla ragazza, per altro prossima al raggiungimento della maggiore età. Ha detto di aver avuto con lei una relazione di amore autentica, senza sopraffazioni.

Ieri, nell’ultima udienza del processo con il rito abbreviato, il pm Vincenzo Carusi ha chiesto la condanna per tutti i reati. Ma il giudice ha ritenuto colpevole il barista solo della sottrazione della ragazzina, e gli ha inflitto la pena di dieci mesi con la sospensione condizionale. L’imputato ora potrà fare appello.