"Soldi in cambio di referti" Sotto accusa assistente

Avrebbe chiesto 5 o 10 euro a undici pazienti del reparto di radiologia. Ascoltati due testimoni, tra cui la responsabile di sezione. L’imputata nega

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di Paola Pagnanelli

Avrebbe chiesto 5 o 10 euro, per consegnare i referti ai pazienti visitati in radiologia. Per questo è sotto processo la civitanovese 58enne Laura Cognigni, accusata di truffa, soppressione o distruzione di atti e falso. Ma lei respinge ogni accusa. Gli episodi da ricostruire sarebbero avvenuti nel corso del 2019. Secondo l’accusa la donna, assistente amministrativa addetta alla segreteria della radiologia di Civitanova, avrebbe ingannato i pazienti dicendo di essere autorizzata alla consegna dei referti per gli esami, ma per averli i pazienti avrebbero dovuto pagare qualche euro, a qualcuno ne avrebbe chiesto 5, ad altri 10. In alcuni casi avrebbe detto che pagando lei si evitava la coda alla cassa, in altri avrebbe assicurato che avrebbe poi riversato la somma all’ufficio competente, oppure avrebbe finto che fosse necessaria qualche delega e che pagando lei si evitava una trafila più complicata. Ma questo comportamento avrebbe insospettito alcuni pazienti, che lo avrebbero segnalato alla direzione. Sarebbero così partiti sia l’accertamento interno, sia le indagini dei carabinieri. E quando i militari, a settembre, erano andati a fare un controllo allo sportello, avrebbero trovato 31 buste con i referti e due moduli per il ritiro dei documenti fatti a pezzi e gettati nel certino della carta straccia. Da qui le accuse alla dipendente. Per l’accusa, la donna avrebbe chiesto a undici persone di pagare a lei l’extra per ritirare il cd con i risultati degli esami radiologici. Ieri mattina in tribunale a Macerata, il giudice Vittoria Lupi ha ascoltato i primi due testimoni citati dal pm Emanuela Bruno, un carabiniere che fece le indagini e la dottoressa Carla Belleggia, responsabile del reparto. Quest’ultima in particolare ha assicurato che non c’era mai stato alcun sospetto sulla dipendente, il cui comportamento era sempre stato efficiente e professionale. Il processo è stato poi rinviato a dicembre, per sentire gli altri testimoni. L’imputata, difesa dagli avvocati Roberto Meriggi e Maria Grazia Barbabella, nega ogni accusa; non avrebbe preso i soldi, i documenti trovati nel cestino non erano referti ma fogli da buttare, e lei non avrebbe soppresso alcun atto. L’Asur si è costituita parte civile con l’avvocato Angelo Borrelli, chiedendo un consistente risarcimento soprattutto per il danno di immagine che sarebbe stato causato dalla vicenda. Con l’Asur, Cognigni ha anche avviato una causa di lavoro per contestare il licenziamento, scattato dopo la denuncia per questa vicenda.