"Sparito drone dalla sede della Croce Rossa". Finanziere a processo

Il militare è accusato di appropriazione indebita, il suo avvocato ha proposto di risarcire subito il danno versando 3mila euro

Un finanziere è sotto processo, accusato di aver sottratto un drone della Croce Rossa di Porto Potenza Picena. Il fatto sarebbe avvenuto a gennaio del 2020. Il militare, che abita in paese, avrebbe approfittato del volontariato fatto con i militi della Cri, per impossessarsi dello strumento, un Dji Phantom 3, che consente di fare foto e video dall’alto: una sua grande passione, per la quale ha anche lo specifico attestato che gli consente di pilotare questo strumento.

Ma alla sede della Cri, al momento di fare l’inventario dei vari beni presenti, la sparizione del drone era stata notata, anche perché lo strumento costava 1.600 euro, e dopo alcuni accertamenti i sospetti erano caduti sull’insospettabile finanziere. Ieri mattina a Macerata per lui, accusato di appropriazione indebita, si è tenuta l’udienza preliminare. In aula erano presenti, oltre al pubblico ministero Enrico Carusi e il giudice Giovanni Manzoni, l’avvocato Elisabetta Vastaroli per l’imputato e l’avvocato Vanni Vecchioli in sostituzione del collega Michele Casali, parte civile per la Cri di Porto Potenza Picena.

L’avvocato Vastaroli ha proposto di risarcire subito il danno versando 3mila euro per chiudere così il procedimento. Ma l’avvocato Vecchioli, non avendo una specifica procura per procedere a nome della Cri in quella direzione, ha dovuto chiedere un rinvio dell’udienza, in modo che il presidente e i responsabili del comitato portopotentino possano decidere e valutare la proposta dell’imputato. L’udienza dunque è stata rinviata dal giudice Manzoni per consentire questo passaggio.

Paola Pagnanelli