Civitanova, tenta la rapina armata di siringa. Messa in fuga

Tabaccheria di via Cecchetti, è entrata con il volto coperto dal foulard: spinta via dal padre della titolare

L’ingresso dell’edicola tabaccheria di via Cecchetti (foto De Marco)

L’ingresso dell’edicola tabaccheria di via Cecchetti (foto De Marco)

Civitanova, 14 novembre 2019Un foulard davanti al volto, una siringa in mano, ha tentato una rapina all’edicola tabaccheria di via Cecchetti ed è stata messa in fuga dal padre, ottantenne, della titolare. Stavolta è donna la delinquente che martedì, alle 17.40, con una cliente all’interno del negozio è entrata con l’intenzione di farsi consegnare del denaro.

«Dammi 300 euro», ha detto mostrando la siringa che da sotto la manica del maglione ha tirato fuori mentre, addossata al bancone, ha strattonato Genesio Corazza che ha reagito e, aiutato dalla figlia Barbara, ha rifilato uno spintone alla donna mandandola a sbattere di schiena contro la parete opposta, addosso a un espositore dei giornali. Quella piega improvvisa, che la balorda non aveva previsto, l’ha costretta a darsi alla fuga, a piedi.

«Si è messa a correre velocemente verso il parco della ex Cecchetti, qui di fronte, e suppongo che si sia diretta nella zona del parcheggio interrato, dove bazzicano sempre certi personaggi che tutti conosciamo e tutti sappiamo cosa fanno», racconta Barbara Corazza.

Il riferimento è alla presenza costante, in quell’area, di tossicodipendenti. È la quarta volta che in questa tabaccheria devono fare i conti con ladri e rapinatori. Eppure l’attività si trova lungo una delle strade più frequentate della città, ma questo non ferma i malintenzionati. Stavolta però c’è stato una sorta di lieto fine.

«Ero chinato e con le spalle girate all’ingresso quando è entrata. Si è parata davanti al bancone, si è sporta verso di me e mi ha afferrato a una spalla tirandomi verso di sé. Ho reagito e ho cercato di strapparle via dal volto la sciarpa che si era messa davanti per coprirsi, ma non ce l’ho fatta e allora l’ho spintonata, aiutato anche da mia figlia. Non ha preso nulla ed è dovuta scappare via». È Genesio, ora, che rivive la scena. Ottanta anni e un cognome che è anche una garanzia di tempra coriacea, perché hanno subito altre rapine e furti padre e figlia. «Sa – dice sconsolato – qual è il problema? Che se anche le forze dell’ordine li prendono, te li ritrovi a spasso per Civitanova il giorno dopo perché i tribunali li scarcerano». Ieri pomeriggio la titolare si è recata in caserma per tentare un riconoscimento tra ‘l’album’ dei pregiudicati. «Individuarla? Non saprei – ammette – perché aveva il volto coperto e ho visto solo gli occhi. Comunque si trattava di una italiana e credo anche piuttosto giovane considerato quanto veloce correva mentre scappava via». Ieri mattina nella tabaccheria si è recato anche il comandante della Compagnia dei carabinieri di Civitanova, il capitano Massimo Amicucci. Ha parlato con i titolari e visionato le immagini registrate dalle telecamere della videosorveglianza installate nel locale e che gli inquirenti hanno acquisito, ma dalle quali il volto della rapinatrice non si vede.