"Spilla ventimila euro all’amante". Civitanovese a processo

L’uomo è accusato di truffa ed estorsione: aveva agganciato la donna via Messenger, poi si sarebbe fatto consegnare soldi e gioielli

La donna si è costituita parte civile con l’avvocato Simone Santoro

La donna si è costituita parte civile con l’avvocato Simone Santoro

Civitanova, 25 febbraio 2023 – Dall’amore alle minacce di far del male ai suoi figli e di rivelare al marito la relazione: è quello che avrebbe subito una donna, adescata tramite i social e finita in un incubo che le è costato quasi 20mila euro e una grave crisi depressiva.

La vicenda ora è al centro di un processo in tribunale a Macerata, dove Luigi Giuliano, campano da anni residente a Civitanova, è imputato di truffa ed estorsione. A raccontare la storia è stata lei stessa, ieri pomeriggio, rispondendo alle domande del pm Stefano Lanari.

La donna ha spiegato di aver conosciuto Giuliano tramite Messenger a febbraio del 2018. i due avevano fatto amicizia e lui era riuscito a conquistarla; si erano incontrati e avevano avuto una relazione. Ma ben presto lui, raccontandole di una serie di difficoltà che stava vivendo, avrebbe iniziato a chiederle soldi. Lei gli avrebbe dato i suoi risparmi, chiedendo qualcosa anche alla madre e alla zia, e anche alcuni gioielli, per circa 15mila euro.

"Per paura che sparisse e non mi ridesse più nulla, continuavo a frequentarlo" ha detto lei, anche perché l’uomo avrebbe minacciato di dire tutto a suo marito. Spaventata, la donna parla con i familiari e a giugno lui scompare. A gennaio, lei lo ricontatta per avere chiarimenti e, soprattutto, riavere soldi e gioielli.

L’uomo le avrebbe raccontato altre storie, nuove difficoltà con ulteriori richieste di aiuto. La donna gli avrebbe così dato altri soldi, in parte in contanti, in parte versandoli su una Postepay. Poi un giorno lo avrebbe accompagnato in un negozio di elettrodomestici a Piediripa, dove lui avrebbe preso un cellulare da 1.400 euro con un finanziamento intestato alla donna; e qualche giorno dopo, senza dirle nulla, avrebbe rifatto la stessa cosa per un altro finanziamento, da 1.300 euro, usando di nuovo i dati di lei.

La donna allora si sarebbe ribellata, ma lui l’avrebbe aggredita e avrebbe iniziato a minacciarla di fare del male ai suoi figli e di mostrare al marito le loro immagini, che per altro secondo lei neppure esistevano. E a quel punto, lei si è rivolta alla questura e lo ha denunciato. Dopo la donna, è stato sentito il commesso del negozio di elettronica. Poi il processo è stato rinviato a ottobre per gli ultimi testimoni. Sarà sentito anche l’imputato, difeso dall’avvocato Fabrizio La Rocca. La donna è parte civile con l’avvocato Simone Santoro.

p. p.