Civitanova, "Botte e minacce per farsi restituire i soldi"

Usura ed estorsione: arrestati un ristoratore e il figlio. La vittima si è rivolta alla polizia

Il procuratore Giovanni Giorgio

Il procuratore Giovanni Giorgio

Civitanova, 5 agosto 2018 - Minacce, violenze e botte: con le accuse di usura ed estorsione, è finito in carcere un noto ristoratore civitanovese. A portarlo a Montacuto è stata la polizia dopo la denuncia della vittima, letteralmente terrorizzata da quello che stava vivendo. Nell’ambito della stessa indagine, è stato arrestato anche il figlio del ristoratore. La storia sarebbe partita all’inizio dell’anno, quando un civitanovese si è rivolto al ristoratore chiedendo un piccolo prestito: diecimila euro, con cui far fronte alle spese più urgenti. Il ristoratore glielo ha concesso, ma a quel punto per il civitanovese è iniziato l’inferno. Per quel prestito infatti sarebbe stato costretto a pagare una somma molto più elevata, con interessi clamorosi. In difficoltà, l’uomo avrebbe tentato di sottrarsi, ottenendo però violenze e minacce di morte spaventose.

Preoccupato per la propria incolumità e per quella dei suoi cari, il civitanovese alla fine ha pensato di rivolgersi alla polizia di Ancona. Gli agenti del Servizio centrale operativo, diretti dal procuratore capo Giovanni Giorgio, si sono messi subito al lavoro, per cercare riscontri alle dichiarazioni del denunciante, e capire come stessero davvero le cose. Un mese fa, è stato organizzato un incontro. Nel ristorante, il civitanovese ha parlato delle sue difficoltà con il proprietario e il figlio. Ma questi non si sarebbero impietositi, e con un pugno in pieno viso avrebbero fatto capire che non c’era da star tranquilli. Prima che la situazione degenerasse erano però intervenuti i poliziotti. Qualche giorno dopo, il tribunale di sorveglianza ha revocato al figlio del ristoratore l’affidamento in prova, ottenuto per un’altra vicenda: con l’accusa di lesioni è stato portato in carcere. E ieri gli agenti dello Sco hanno arrestato anche il padre, con una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Manzoni, su richiesta della procura.