Variante "Amadori", il Tar dà ragione al Comune: "Nessun risarcimento"

Nessun risarcimento per la mancata approvazione della variante "Amadori": il Tar ha bocciato il ricorso della società romagnola Asil, che al Comune aveva chiesto due milioni. La controversia era nata in seguito alla decisione del 20 ottobre 2020, quando il Consiglio comunale non approvò la variante per la zona tecnico-distributiva, non lontano dal Cuore Adriatico. Variante che prevedeva il dimezzamento del progetto di un albergo, concedendo ulteriore cubatura rispetto al previsto per uffici e negozi. La società Asil di Cesena, proprietaria di quel lotto e interessata all’operazione, non aveva apprezzato il dietrofront del Comune, e aveva presentato il ricorso al Tar, chiedendo il risarcimento dei danni. Ma i giudici amministrativi hanno dato ragione al Comune, assistito in giudizio dall’avvocato Giuseppe Carassai. Il tribunale ha spiegato che "la decisione di non approvare la variante è caratterizzata da un altissimo tasso di discrezionalità, per cui non può essere censurata anche una motivazione basata sul semplice rinvio della definitiva disciplina secondo i principi individuati dal consiglio comunale, come riportato nel provvedimento di diniego". Peraltro, aggiungono, la convenzione urbanistica del 28 marzo 2014 imponeva alla giunta di sottoporre la variante al Consiglio, lasciando esplicitamente al Consiglio medesimo la piena discrezionalità riguardo alla decisione. Dunque non c’era alcun obbligo e, di conseguenza, alcun risarcimento per la Asil: il Comune ha agito correttamente.