Villa Eugenia, il gioiello dimenticato apre le porte per un weekend

Visita al parco con le giornate del Fai

La visita a Villa Eugenia

La visita a Villa Eugenia

Civitanova Marche (Macerata), 21 marzo 2015 - A dieci giorni dalla scadenza dei termini (31 marzo) concessi dal tribunale di Macerata perché proprietà e Comune possano accordarsi per l’eventuale passaggio di Villa Eugenia a patrimonio pubblico, il Fai (Fondo ambiente italiano) ha ottenuto dalla famiglia Giordani, proprietaria dell’intero complesso, la facoltà di vivere due giornate all’aria aperta nel vecchio parco reso accogliente dal lavoro dei volontari. Lo scopo è ricordare i vecchi tempi, quando il parco era fruibile dai cittadini, ma soprattutto sondare la volontà popolare sulla necessità di recuperare e valorizzare quegli ambienti. Nell’occasione, il Fai organizza anche una visita guidata virtuale alla Villa che fu dimora dei Bonaparte, chiusa da più di 30 anni ed aperta in via del tutto eccezionale in questa occasione.

Tra i visitatori, oltre a centinaia di cittadini, soprattutto giovani, anche i ragazzi del Liceo classico e scientifico. Domani, inoltre, alle 11 è prevista anche la piantumazione simbolica della «scilla marittima», una pianta che un tempo era presente nel parco e i cui bulbi sono stati conservati in altro loco. Sempre sulle testimonianze di epoca napoleonica e in correlazione con l’apertura al pubblico del parco di Villa Eugenia, domani pomeriggio, organizzata dalla delegazione Fai di Macerata, nella sala consiliare di Treia, si terrà alle 18.30 una conferenza dal titolo «Che cosa fare di tanta bellezza»? Il relatore sarà il prof Stefano Papetti. All’iniziativa sono stati invitati i sindaci dei centri del territorio maceratese dove si effettuano le aperture napoleoniche. In quell’occasione saranno loro consegnati i risultati del sondaggio su Villa Eugenia. A proposito della quale, dicevamo, c’è un contenzioso che oppone da una parte il Comune di Civitanova e la famiglia Giordani che ne è proprietaria. A monte c’è un presunto vizio di forma nell’atto di vendita avvenuto nel 1978 , in quanto dell’operazione, trattandosi di patrimonio tutelato, non sono stati informati né la Soprintendenza né il Comune di Civitanova, che avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione. Per tale motivo, il Comune (sindaco Marinelli e poi Mobili) ha chiesto l’annullamento della vendita e l’acquisizione al suo patrimonio allo stesso prezzo dell’epoca, per l’equivalente di 250mila euro circa. Il tribunale ha consigliato l’ accordo bonario ponendo a ultime termine il 31 marzo. Nel caso che l’accordo non si dovesse raggiungere, si andrà a sentenza.

Giuliano Forani