Alma di Montecosaro, garantiti i salari di maggio

Il tribunale di Macerata dà l’ok dopo l’appello dei sindacati

Lo stabilimento dell’Alma, ex Manas

Lo stabilimento dell’Alma, ex Manas

Civitanova, 8 luglio 2018 - Dopo tante difficoltà, una buona notizia per i 64 lavoratori della Alma di Montecosaro, azienda che il due maggio ha chiesto il concordato liquidatorio per la società. Se non ci saranno intoppi, già lunedì sarà loro corrisposto il salario del mese di maggio (dal 3 in poi). Il tribunale di Macerata, infatti, ha confermato le considerazioni di Vincenzo D’Alessandro della Filctem Cgil e David Ballini della Femca Cis, i quali avevano chiesto che fossero pagate ai lavoratori almeno le retribuzioni correnti. E in effetti così è stato, visto che il tribunale ha riconosciuto come queste ricadano nella ordinaria amministrazione, chiarendo ogni possibile equivoco e mettendo l’azienda nella condizione di saldare almeno una parte di quanto dovuto ai dipendenti. Una parte, poiché parte del salario di marzo e quello di aprile sono ancora congelati, perché collocati all’interno del concordato.

In ogni caso, per i lavoratori acquisire anche una mensilità, specie di questi tempi, è comunque importante. Come sindacati, rsu e lavoratori tutti ringraziamo il tribunale di Macerata e, in particolare, il giudice delegato Tiziana Tinessa, che ha mostrato grande sensibilità e attenzione per la vicenda, intervenendo con tempestività. Alla Tinessa, D’Alessandro, Ballini e la rsu aziendale avevano consegnato un’istanza alla quale erano allegate le firme di tutti i lavoratori, facendo presenti le difficoltà che stanno vivendo le loro famiglie e che la prospettiva dei dipendenti della Alma è la perdita del posto di lavoro. L’Alma, nata dalla fusione tra Manas e Alfiere, aziende facenti capo alle famiglie Sagripanti, ha navigato in acque difficili fin dalla nascita, nel 2014, sebbene l’unione fosse stata pensata per ridurre i costi di gestione e rilanciare la produzione attraverso interventi di innovazione. Ma le cose sono andate diversamente, tanto che già a ottobre erano stati annunciati 40 licenziamenti, poi ridotti a 29 a dicembre, quando sembrava esserci ancora qualche speranza, visto che l’azienda aveva manifestato l’intenzione di realizzare un piano di ristrutturazione e di rilancio. Invece, il 2 maggio è arrivato l’annuncio della messa in liquidazione della ditta, nonostante l’Alma avesse ancora delle commesse da evadere.