Civitanova, dal forno in casa al food: la storia di Franco Gazzani

Il racconto: "Tutto cominciò con nonna Marì, mio padre diede la svolta e quando morì subentrarono mamma, mia sorella e zia Gina"

Civitanova, 30 ottobre 2022 - Nella vita, Franco Gazzani ha ricoperto incarichi prestigiosi: dal 2000 al 2005 è stato presidente di Confindustria Macerata e dal 2004 al 2015 della Fondazione Carima. Negli anni ’80 è stato vice presidente della Cassa Rurale e Artigiana, oggi Banco Marchigiano; negli anni ’90 è stato nominato ’Marchigiano dell’ anno’. Incarichi di fiducia, nel segno di stima verso un imprenditore che s’è fatto da sé.

L’antico forno di Gazzani
L’antico forno di Gazzani

Oggi ’Gazzani’ è un nome importante nel food, una cinquantina sono i dipendenti sparsi nelle varie attività, che spaziano dal forno, al catering e all’organizzazione di eventi in un’elegante struttura di recente realizzazione, Villa Gazzani. Franco ha respirato da sempre la fragranza del pane. Da bambino gli capitava spesso di addormentarsi sui ruvidi sacchi di farina, mentre i suoi impastavano la massa. A poco più di vent’anni, ha preso in mano le redini della forneria trasformandola in azienda multiservizi.

Una storia che parte da lontano, la sua, una realtà costruita goccia a goccia tra sacrifici e "con il sostegno della famiglia". "Tutto cominciò nel 1945 - racconta -. La città usciva dalla guerra, che aveva provocato lutti e povertà. Nonna Marì, come veniva chiamata, aveva un forno in casa e lo mise a servizio del quartiere San Marone. Le famiglie portavano massa, lei ne faceva pane".

Cos’era allora il quartiere?

"Campagna lungo la carrareccia, poi diventata SS 485, quasi tutta di proprietà dei Bonaparte. Il centro gravitava intorno alla chiesa e alla fabbrica Cecchetti; lungo la SS 16 transitavano rare auto e mezzi pesanti".

Quanto è durata l’ attività di nonna Marì?

"Fino al 1957. Poi subentrò mio padre Dino, ex cecchettaro. Il forno deve a lui lo sviluppo, acquistò ’Unica’, macchinario tedesco che spezzava la massa, la pesava e formava i filoni".

Suo padre venne a mancare presto.

"Nel 1965, a soli 40 anni, io ne avevo 14. Fu mia sorella Luigina, diciottenne, a mandare avanti l’attività, con l’aiuto di mamma Elena e zia Gina. La zia è stata l’anima del forno e inventò la ’torta Gina’, specialità spesso presente nella mensa di tante case. Il forno produceva 40-50 quintali di pane al giorno, veniva venduto direttamente e distribuito nei vari negozi. Al pane, molto presto, si aggiunsero i dolci, fatti con ingredienti di primordine. Dieci anni fa abbiamo aperto Villa Gazzani, gestita dai figli Aurora e Andrea, gli altri due hanno scelto strade diverse: Dino è avvocato, Laura ballerina e scenografa".

Il caro energia è un rischio serio per la Gazzani?

"Lo è per tutti, anche perché viene dopo due anni di pandemia. Noi sopperiamo attingendo ai risparmi del passato. Se non si pone presto rimedio, temo che saranno molti a chiudere".

Ha aumentato il costo dei prodotti?

"Sono rimasti invariati quelli del pane perchè è un bene primario, abbiamo ritoccato il costo della colazione del mattino".

Licenziamenti in vista?

"No, siamo tutti una grande famiglia".