Civitanova, intervista al sindaco Ciarapica

Il bilancio dei primi dieci mesi di mandato: "Rom e abusivi, emergenza superata. Ora la municipale funziona, più telecamere in centro"

Fabrizio Ciarapica traccia un primo bilancio dopo dieci mesi da sindaco di Civitanova (foto Federico De Marco)

Fabrizio Ciarapica traccia un primo bilancio dopo dieci mesi da sindaco di Civitanova (foto Federico De Marco)

Civitanova marche (macerata) 1 maggio 2018 - Sono dieci mesi che Fabrizio Ciarapica, 44 anni compiuti da poco, è il sindaco della città. Sposato e padre di Alessio, di sette anni, e Anita, quattro, s’è caricato sulle spalle il non facile compito di pilotare lo sviluppo di una Civitanova non facile fino al 2022.

Sindaco, è dura? La immaginava così?

«Sì, lo è, ma è anche gratificante il fatto di avere ottenuto la fiducia di tanti cittadini e di lavorare per il bene della collettività. In Consiglio comunale sono entrato nel 2003; sono stato consigliere e assessore, posso quindi considerarmi vaccinato nell’impegno e anche di fronte alle difficoltà; fare il sindaco, però, è più stressante. Ci sono tanti tavoli ai quali devi partecipare, perché tutte le risposte da dare ai cittadini partono da lì. C’è il rapporto con le istituzioni e gli altri sindaci, per delineare strategie comuni e confrontarsi; e c’è il rapporto con la città da coltivare. Fare il sindaco significa stare sul territorio e non solo, a Civitanova. Sì, è dura, per un sindaco e per la sua famiglia. La vita privata paga pegno a quella pubblica. Personalmente, ho la fortuna di avere fatto una scelta condivisa con mia moglie e lei capisce la situazione. C’è però anche il lato positivo, e cioè che ai figli posso trasmettere un messaggio positivo, e cioè quello che è importante lavorare per il bene di tutti, e quindi anche per il loro avvenire, per renderlo così anche migliore».

Sindaco, in questi dieci mesi ritiene di aver fatto scelte sempre giuste o c’è qualcosa da cancellare?

«Ci sono cose che non hanno funzionato e lo riconosco. Per esempio, la scelta di persone bravissime e di grande levatura, ma non in grado di esprimere il meglio di sé nel ruolo loro affidato. Il mio errore è stato proprio quello di non avere saputo individuare il ruolo giusto per le persone scelte, e questo mi dispiace».

Quale risultato ritiene invece più soddisfacente?

«La battaglia per la sicurezza, contro i nomadi e gli abusivi. Il nostro programma faceva perno su questo e sono soddisfatto dei risultati che abbiamo raggiunto fino a questo momento. Premetto che non siamo arrivati al termine del cammino, ma soltanto ai primi passi, ma la strada è quella giusta. Gli accampamenti dei rom sono spariti in centro e nella periferia, anche se ogni tanto qualcuno ci riprova. Non c’è più l’esercito degli abusivi sul lungomare e in altre zone del centro della città. Tutto questo grazie al nostro impegno e alla sinergia con le forze dell’ordine. Rivendichiamo inoltre, come giunta comunale, il merito di avere restituito al corpo della polizia municipale quel ruolo che è di maggiore pertinenza, svuotando gli uffici, aumentando la presenza in strada e il contatto con la gente, e ripristinando il servizio notturno. Per la sicurezza, stiamo anche implementando il servizio di videosorveglianza. In sostanza, non abbiamo tradito il nostro programma e ogni giorno ho attestati di merito da parte dei cittadini sul fronte della sicurezza».

Dieci mesi di amministrazione spesi soltanto per la sicurezza?

«No, buoni risultati li abbiamo raggiunti anche sul fronte della pulizia urbana. L’appalto al Cosmari ha eliminato il frastagliamento del settore e comincia a dare risultati migliori, sebbene molto ci sia ancora da fare nel settore della polizia. Non tutto è perfetto, ma grazie all’aumento del numero degli spazzini e anche ai maggiori mezzi messi a disposizione dal Cosmari, faremo di meglio già da qui a poco tempo».

La vendita anticipata di Gas Marca ha suscitato critiche e dissensi.

«Succede sempre così e non me ne meraviglio. A vendere l’azienda, però, non sono stato io, ma Corvatta. Io ho anticipato la cessione delle restanti quote, perché ciò mi consente di incassare tre anni prima somme da investire subito in opere, potenziare l’azienda Atac e favorire da parte sua l’acquisizione di altri nuovi servizi».

Sindaco, ma questo assessore donna in giunta lo vuole o non lo vuole?

«Certo che lo voglio e tra qualche giorno sarà nominato. Ho perso un po’ di tempo sul tema e chiedo scusa per questo, ma in certe scelte, e lo dico in modo sincero e chiaro, è importante mantenere anche un certo equilibrio politico. La terza donna in giunta, comunque, arriverà presto».

C’è un cruccio che la assilla in questo periodo?

«Il palazzo del duca. È molto triste vedere un edificio storico di tale bellezza in queste condizioni. L’assessore Carassai se ne sta occupando e mi auguro che presto trovi una soluzione, magari la rimozione delle transenne lungo la rampa di accesso per la piazza».