Lotito: "Il calcio italiano è da riformare"

Morrovalle, il presidente della Lazio al premio Cesarini: troppi club professionistici. Zeman: "Ora comanda solo il dio denaro"

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Le stelle del grande calcio e non solo, hanno illuminato la splendida cornice di un gremito auditorium San Francesco che martedì ha ospitato la settima edizione del premio ‘Renato Cesarini’. Morrovalle è stata capitale dello sport per un giorno, iniziato nel pomeriggio con le imitazioni del comico Gianfranco Butinar e il saluto del sindaco Andrea Staffolani. "È un sogno – ha esordito – che si realizza e ringrazio coloro che lo hanno permesso: Floriano Bini, il Trodica calcio ma soprattutto l’avvocato Danilo Bompadre e l’assessore allo sport Desirèe Lupi, tutti hanno svolto un grande lavoro. In questo auditorium più di 500 anni fa è accaduto un fatto eccezionale che è il miracolo eucaristico ed oggi lo omaggiamo con questo evento".

I riflettori si sono poi accesi sul talk show dal titolo ‘Calcio italiano all’anno Zero, tra mondiali mancati e club in crisi di identità internazionale: il decalogo per tornare ad essere grandi’ e a condurre la discussione sono stati Luigi Brecciaroli, Simona Rolandi e Max Nebuloni. Ad entrare subito in campo, ecco i fuoriclasse José Altafini, Fabrizio Ravanelli ed Evaristo Beccalossi, affiancati da Attilio Tesser, allenatore del Modena, e da Beppe Cormio, ds della Lube Volley, che ha ricevuto un premio speciale per il settimo scudetto insieme con le due stelle biancorosse Osmany Juantorena e Robertlandy Simon. Preziosi anche gli aneddoti di Jacopo Volpi della ‘Domenica Sportiva’ e Flavio Tonetto di Uomini Italiani che hanno infiammato un entusiasmante primo tempo della kermesse.

La seconda frazione non è stata da meno con le parole di uno di mister più geniali del nostro calcio, Zdenek Zeman. "Il calcio viveva sulla passione della gente ma i tempi sono cambiati, oggi comanda il dio denaro, la serie B non si vede neanche in Italia, in C c’è stata l’estromissione del Catania, non esiste una cosa del genere, esiste quindi un problema di organizzazione dei campionati. Preferisco meno squadre, ma più sicure". Il tutto infiammato dalle battute di Piero Chiambretti, conduttore di ‘Tiki Taka’, e da campioni del calibro di Marco Tardelli, Eraldo Pecci e Michele Padovano fino all’arrivo di Claudio Lotito, presidente della Lazio. "Il sistema va riformato – ha detto –. Intanto bisogna diminuire il numero delle squadre professionistiche, controllare l’autoconsistenza delle società, investire sulle infrastrutture in quanto in Italia ci sono situazione da terzo mondo, poi stabilire delle regole condivise e non che cambiano in corsa". Lotito si è anche confrontato con Mauro Balata, suo omologo di Serie B. Non è mancato il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli prima che l’intera squadra si dirigesse a Villa San Nicolino dove è andata in scena la cena di gala. Assenti i due vincitori del premio che incorona l’autore del gol stagionale all’ultimo secondo, Andrea Petagna del Napoli per la Serie A e Filippo Ranocchia del Vicenza per la Serie B (entrambi hanno inviato dei videomessaggi), ma tutti gli ospiti hanno ricevuto in dono una creazione dello scultore Massimo Ippoliti raffigurante un pallone che arriva al traguardo all’ultimo istante: l’emblema della storia di Renato Cesarini.

Diego Pierluigi