Paolucci: "Torno in Italia, ma non smetto"

L’attaccante 36enne pronto a lasciare il Canada: il richiamo di casa è forte. Io alla Civitanovese? Mi piacerebbe, però ora è difficile

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di Andrea Scoppa

Nell’estate che ha visto Insigne e Bernardeschi volare dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, il "nostro" Michele Paolucci fa invece il tragitto inverso tornando – definitivamente – dal lontano Canada. L’attaccante civitanovese classe 1986, poco meno di 100 presenze in serie A tra il 2006 e il 2013 e 17 gol con le maglie di Ascoli, Catania e Siena, ha infatti deciso di rientrare a casa. A convincere il "bel vagabondo del pallone" un po’ di nostalgia e gli affetti, ma questo ritorno non significa che appenderà le scarpette al chiodo, anzi Paolucci mostra la stessa voglia di divertirsi che aveva quando, ragazzino, fece il grande salto dai Giovanissimi del Tolentino alla Juventus (dove poi divenne il cannoniere nella storia del vivaio bianconero). Ci abbiamo parlato telefonicamente, raggiungendolo in quel di Winnipeg, città nel centro-sud del Canada, dove Paolucci da 2 anni è giocatore e dirigente del Manitoba. È stato pure il primo italiano a segnare nella Canadian Premier League, nel 2019, col Valour Fc. "A 36 anni – esordisce – inizia a non essere facile gestire i ritmi di questo campionato che è sì la terza serie Usa, ma implica trasferte assai lunghe in pullman o in aereo e poco tempo per il recupero. Il club mi ha proposto di continuare col doppio ruolo e a me ha fatto molto piacere, ma ho deciso di lasciare il Canada".

È arrivato il momento di tornare in Italia?

"Sì. Dopo oltre 20 anni in giro, gli ultimi 5-6 all’estero (anche Romania e Malta), il richiamo di casa è forte. I genitori invecchiano, i nipoti crescono e poi mi manca il mare. Aggiungo che la pandemia ha cambiato il modo di affrontare la quotidianità, dai più peso ai rapporti sociali, ma anche a un paesaggio o un tramonto. Ho girato tanto in carriera e niente è come l’Italia, voglio ri-godermela".

Quando rientrerà?

"I primi di settembre. Mi iscriverò al corso per direttore sportivo, ma non ho intenzione di lasciare il calcio giocato".

Ma sarebbe disposto anche a giocare tra i dilettanti?

"E perché no, Tavano a 43 anni giocherà nel Tuttocuoio. Non devo dimostrare niente, ho militato in Nazionale fino all’Under21, ho giocato in serie A e segnato anche a San Siro, ma giocare mi piace troppo".

Paolucci alla Civitanovese è utopia?

"Da piccolo mi sarebbe piaciuto far parte della squadra della mia città, mi rendo conto però che in questo momento è difficile. Vedremo se si farà, male che va metterò su una squadra di calciotto tutta mia. Ah… ho poi un ultimo sogno".

Sarebbe?

"Quando me ne andai da Tolentino smisi di giocare con Luca Larry Cardelli, mio amico civitanovese, anzi un fratello non di sangue che avrebbe avuto una gran carriera se non fosse stato per gli infortuni. Vorrei finire ri-giocando in squadra con lui".