di Andrea Scoppa L’esclusione di Ivan Zaytsev dalla Nazionale e quindi dai Mondiali di fine mese, continua ad essere l’argomento più discusso nella pallavolo. Del resto, per rendere l’idea, la notizia è finita nelle prime pagine di giornali che sì e no scrivono di chi vince lo scudetto, ultimamente sempre la Lube… La decisione non ha sorpreso così tanto, in fondo lo "zar" non era stato titolare nel corso della recente Vnl, tuttavia ha lasciato un po’ di perplessità la gestione. La scelta del momento, dato che l’atleta è stato convocato nel ritiro di Cavalese l’1 agosto ed il 2 De Giorgi gli ha comunicato il "taglio" ritenendolo il terzo opposto dopo Romanò e Pinali. Così Zaytsev è subito ripartito e immaginiamo sia affranto avendo oltretutto un legame forte con la Nazionale, non essendosi mai tirato indietro a differenza di altri. Inoltre a quasi 34 anni questa era l’ultima grande competizione con la maglia azzurra per lui. Ne abbiamo parlato con Fabio Vullo, opinionista Rai e ex grande alzatore. Peraltro anche lui ebbe problemini con la Nazionale. Vullo, sorpreso dalla decisione "tecnica" di De Giorgi? "Ivan è stato un grande giocatore, può dare ancora tanto, però in questa Nazionale è in corso un cambio generazionale e forse è stata attuata una decisione che sarebbe comunque arrivata dopo il Mondiale". Possibile che la sua presenza "disturbava" il giovane Romanò? "Il ct ne sa più di noi e ci avrà pensato bene. Io non credo che ci siano presenze ingombranti, siamo in Nazionale, lì l’obiettivo è di tutti. Magari gestire un gruppo più giovane è più semplice". Lei ebbe un rapporto strano con la maglia azzurra, specie con Velasco, vero? "Nel mio caso la scelta non fu tecnica quanto di chimica. Più mi escludeva e più io vincevo a livello di club, ero il numero uno nel ruolo". Zaytsev invece come reagirà? Tornerà a Civitanova più carico o si rischia di trovarlo più insicuro? "Non cambierà atteggiamento, è atleta serio, professionale. Sarà sereno e magari avrà più tempo per riposarsi allungando la carriera". Dopo l’eliminazione in Champions, a marzo, lei disse che era finito un ciclo alla Lube e che ad un certo punto i campioni devono cambiare aria. È stato così pure nel caso di Juantorena… "Premesso che la Lube ha saputo terminare il ciclo in modo straordinario, l’addio di Osmany non mi ha sorpreso, per me aveva già deciso di lasciare. Del resto il 100% lo aveva già dato, non poteva più incidere come prima dal punto di vista tecnico". E questa Lube così giovane le piace? Ritiene possa essere subito competitiva? "Rispondo sì ad entrambe le domande. La società ha dimostrato di nuovo gran lungimiranza, ci sta che cambi quando vinci. Forse Civitanova non avrà i favori del pronostico, ma il futuro è suo e attenzione per il presente, perché la serie con Trento l’hanno ribaltata i giovani".