Tartarughe morte, sos a Comacchio. Già 54 esemplari senza vita

L’allarme della Fondazione Cetacea: "Tra le cause reti a strascico e sbalzi termici"

Un operatore intento ad adagiare una tartaruga al suolo

Un operatore intento ad adagiare una tartaruga al suolo

Comacchio (Ferrara), 7 agosto 2019 – "Anche una sola tartaruga morta è troppo e dobbiamo cercare assieme di prevenirne la moria". Sono le parole di Sauro Pari, presidente della Fondazione Cetacea di Riccione che declina i dati delle tartarughe marine (Caretta Caretta) trovate morte da inizio anno e di cui la Fondazione è venuta a conoscenza, grazie alle segnalazioni dei turisti e delle Capitanerie di Porto. «Gli esemplari morti, censiti lungo la costa comacchiese sono 54, e una decina sono state ripescate vive, come ‘Gabriele’ liberato a giugno al Circolo nautico Volano davanti a una folla di turisti». Tra le cause di morte, ci sono le reti a strascico che catturano accidentalmente le tartarughe, i colpi delle eliche e i repentini abbassamenti di temperatura, che fa assumere loro una immobilità da freddo e quando le onde le scagliano violentemente sulla spiaggia possono morire assiderate proprio per le basse temperature.

Il bagnino Marcello Lento che lavora a Porto Garibaldi spiega che «solo la scorsa settimana ne abbiamo rinvenute una decina di morte», mentre altri biologici impegnati in censimenti segnalano, solo ai lidi, un centinaio di tartarughe morte dall’inizio dell’estate. Fra le persone intervenute al recupero della tartaruga morta c’era la Guardia ecologica volontaria Caterina Costanzo, veterinaria: «I pericoli sono le reti, gli ami – dice –. Sarebbe bello creare una sinergia tra il Servizio veterinario e l’Istituto zooprofillatico, magari per la prossima stagione ci riusciremo, così da trovare un sistema per portare le carcasse in istituto e fare una necroscopia. Se conosciamo le cause di morte possiamo cercare di contrastarle; io mi offro come volontaria e donerò il mio tempo e le mie conoscenze professionali per aggiungere questo tassello mancante, collaborando con tutti in nome del rispetto del mare e delle sue meravigliose creature».

«La Fondazione sta predisponendo un centro di recupero delle tartarughe ferite a Goro – conclude il presidente Sauro Pari – l’idea di conoscere le cause di morte ci trova pienamente concordi e speriamo si realizzi per la prossima estate, così da ridurre il numero di tartarughe morte, perché, ripeto, anche una sola è troppo. Sono dei doni del mare che vanno amati e rispettati».