Civitanova, 21 febbraio 2011 - Assalto di banditi armati in una villa della campagna civitanovese. Il secondo in quindici giorni. Stavolta è toccato al ‘fortino’ di Gino Ruggeri, 64 anni, uno dei personaggi più noti in città. Imprenditore calzaturiero, ex presidente della Civitanovese dal 1986 al 1993. Nella sua villa, al 16 di contrada Cavallino, strada in cui si affaccia anche il buen retiro di Cesare Paciotti, tre banditi stranieri e tutti armati di revolver, calze calate sul volto, hanno seminato il terrore. Un incubo durato quaranta minuti per Gino e sua moglie Filomena. Il colpo è avvenuto alle 23.10. I due erano soli in casa. Da poco se ne erano andati alcuni ospiti e una figlia. All’improvviso, mentre guardavano la tivvù seduti sul divano, il blitz.

 

Copione fotocopia della precedente rapina in villa, nella notte tra il 3 e il 4 febbraio in contrada Castelletta, a casa di Franco Baldoni, alcuni anni fa socio del calzaturificio Fly, della galassia dei fratelli Ruggeri. Coincidenza professionale di cui gli inquirenti, la squadra Anticrimine della polizia, potrebbero tenere conto, ma è la dinamica che accumuna le rapine, e il commissario Luca Morelli - è intervenuto lui l’altra notte nella villa - parla apertamente di collegamento tra i due episodi.

 

Identico il modus operandi. Pistola in mano, volto coperto da calzamaglia, in un italiano ‘sporcato’ da accento straniero (la polizia cerca in ambienti romeno o albanese) hanno detto che non avrebbero torto un capello a nessuno a patto che ci fosse stata collaborazione. Hanno quindi immobilizzato, legandolo, Gino Ruggeri mentre dalla moglie si sono fatti guidare attraverso la casa per farsi indicare i luoghi in cui erano custoditi e nascosti gli oggetti in oro, i soldi, la cassaforte. Terrorizzate le vittime.

 

Ieri mattina, rispondendo al citofono della villa, Gino Ruggeri ha trovato la tuttavia la forza per dire poche parole: "Non ho voglia di parlarne. Cercate di capire. Comunque stiamo tutti bene". Il bottino alla fine sarà di 3.500 euro in contanti, tre orologi di valore, diversa argenteria e parecchi gioielli, per un valore ingente. Arraffata la refurtiva i tre hanno legato anche la donna e chiuso la coppia in camera. Poco dopo la mezzanotte, quando sono riusciti a slegarsi, hanno telefonato al 113.

 

La villa non era protetta. Non erano attivi né il sistema di allarme né le telecamere. La cancellata molto alta e i muraglioni che circondano il parco non hanno fermato i banditi. L’ipotesi più probabile è che in tre si siano introdotti dall’ingresso principale approfittando delle auto degli ospiti che uscivano e infilandosi all’interno prima che si chiudesse il cancello. Hanno poi forzato una finestra al pian terreno e sono entrati. Non si sa se all’esterno ci fosse un quarto complice ad attendere il trio per la fuga. La zona è molto isolata e di testimoni non ce ne sono.