Civitanova, 11 ottobre 2011 - Bollicine bianche a pelo dell’acqua e un’intensa schiuma che ha colorato il mare e reso irriconoscibile la costa. Ha un nome la responsabile dell’impressionante fenomeno che ha lambito la spiaggia civitanovese e che ha allarmato molti ignari osservatori che l’altra mattina hanno assistito all’invasione di quella strana coltre biancastra, spessa qualche centimetro, densa e semi solida. E’ la Chaetoceros, un’alga della famiglia delle Diatomee che, a causa di particolari condizioni meteo, è proliferata in maniera anomala lungo tutta la costa marchigiana. Le prime segnalazioni sono arrivate già alla fine di settembre dalla zona portuale di Pesaro.

 

A Civitanova in molti, osservando la spuma che boccheggiava all’interno di bacini chiusi come il fosso Maranello, hanno pensato a uno sversamento inquinante. Il fenomeno, monitorato dall’Arpam, è invece una fioritura microalgale plurispecifica di Diatomee, con predominanza della specie Chaetoceros tortissimus.
«La fioritura di Diatomee è un evento ricorrente nelle acque del medio a alto Adriatico nel periodo autunnale e non presenta risvolti negativi sulla salute umana — rassicurano i tecnici dell’Arpam —. Spesso in conseguenza di fioriture algali consistenti si assiste a un certo deterioramento della qualità ambientale, in quanto esse conferiscono alle acque costiere anomale colorazioni brune e scarsa trasparenza, come è stato rilevato anche nelle nostre acque in questi giorni. Il materiale organico derivato dalla massa microalgale a fine ciclo vitale, assieme al consistente rimescolamento delle acque superficiali di queste ultime ore, può avere provocato la formazione delle schiume che, sotto l’azione del forte vento, sono state spinte fin dentro le darsene portuali».

 

L’alga ha raggiunto il tratto di costa maceratese a seguito della mareggiata del week end ed è in fase di degradazione. Prima ha lambito la spiaggia di Porto Recanati e poi, per l’azione dei venti provenienti da nord, sta migrando verso le coste più a sud della regione, con formazione di schiume superficiali. Nei prossimi giorni il fenomeno potrebbe interessare le coste ascolane. L’anomala attività fotosintetica sarebbe stata provocata da acque eutrofiche provenienti dal bacino padano che hanno prodotto una diffusa sovrassaturazione di ossigeno e clorofilla.