Porto Recanati (Macerata), 10 marzo 2012 - DA IERI c’è un tam tam tra le mamme della scuola materna «Rodari» di via Ancona, quelle della scuola elementare «Medi» di via Dante Alighieri, i piani direzionali del complesso scolastico e la Asl. Ci sono stati nei due complessi tre casi di scabbia accertati dagli organi sanitari. E molti genitori non nascondono la preoccupazione per la salute dei loro figli. Il primo caso si è verificato proprio alla scuola materna «Rodari» nella sezione G, come ci conferma un’insegnante della scuola: «Sì, effettivamente ieri lo ha accertato la Asl, su sollecitazione delle stesse mamme — spiega la maestra —. La collega si era accorta che il bambino aveva un prurito continuo ed evidenti segni. Noi abbiamo avvisato la direzione e le autorità competenti, oltre che i genitori». A essere colpito un bambino extracomunitario.

E ALTRI GENITORI, fuori della scuola elementare «Medi», confermano gli altri due casi di bambini della scuola elementare. «Abbiamo dovuto fare noi il diavolo a quattro per far intervenire la Asl. Qui i nostri figli rischiano il contagio — protestano —. Ci siamo lamentate diverse volte. Nel 2012 non è possibile che accadano certe cose. Abbiamo il dovere di tutelare la salute dei nostri figli. E parlare di scabbia non è come parlare di una semplice febbre. Il fatto è che nessuno parla, ma il problema c’è e va risolto. E’ una questione di salute: i bambini messi a repentaglio sono piccoli e con scarse difese immunitarie».

Un’altra mamma aggiunge anche che all’asilo c’è anche un’epidemia di scarlattina da diverso tempo e che il contagio sta diventando più veloce del previsto. La scabbia è una forma di dermatosi contagiosa e nota nei tempi antichi o durante le guerre. Nelle scuole è stata notata per gli evidenti segni che i minori avevano addosso e sulle mani, ma ancor più per l’enorme prurito che gli stessi continuavano a manifestare. Si fa alto il livello di tensione da parte dei genitori che vedono a rischio anche la frequentazione delle strutture scolastiche da parte dei propri figli.
 

di Emanuela Addario