Civitanova Marche (Macerata), 10 aprile 2013 - SULLA SITUAZIONE debitoria che ha spinto al suicidio i coniugi Romeo Dionisi e Annamaria Sopranzi e il fratello di lei Giuseppe Sopranzi, la famiglia sta cercando di fare chiarezza. Con quello che è stato trovato nei cassetti della casa di via Calatafimi si tenta di ricostruire quale fosse l’entità delle cifra. «Oggi (ieri n.d.r.) ci dovremmo incontrare con i parenti per verificare quale era la situazione di questa famiglia» rivela il sindaco Tommaso Corvatta. Perché nessuno dei tre suicidi si era realmente aperto raccontando il loro dramma. Non lo avevano con i familiari e non si erano rivolti al Comune. Poche le persone, soprattutto vicini di casa, con cui si erano aperti senza tuttavia far capire quanto drammatica fosse la loro condizione. Ieri l’Equitalia ha emesso un comunicato per smentire di aver inoltrato a Romeo, 63 anni, muratore senza lavoro, un atto di pignoramento dell’auto. Ma all’agenzia di riscossione un debito c’era, ed era stato dilazionato. Si parla poi di due mutui accesi per pagare gli arretrati Inps di Romeo e regolarizzare una posizione contributiva, premessa al rilascio di un documento (Durc) senza il quale lui, autonomo e con partita Iva, non avrebbe potuto lavorare.

UN QUADRO FINANZIARIO aggravato dall’affitto di 500 euro al mese, dalle bollette, con due pensione — 900 euro di Giuseppe e 500 di Annamaria — che evidentemente non bastavano a tappare le falle. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo mentre il Codacons ha depositato un esposto contro lo Stato per istigazione al suicidio. Intanto i familiari hanno deciso di donare ad un orfanotrofio di Potenza Picena tutti gli alimenti a lunga conservazione che hanno trovato in casa e portato via perché non andassero a male. «Mia zia sarebbe stata contenta di questa scelta» ha commentato il nipote Sergio Sopranzi.