Civitanova Marche, 8 agosto 2013 - Divieto di balneazione sul lungomare sud. L’ordinanza sarà firmata questa mattina dal sindaco Tommaso Corvatta dopo che ieri pomeriggio uno sversamento di digestato (uno scarto alimentare, materiale di risulta usato anche per concimare, fuoriuscito dalla centrale a biogas di una azienda agricola di Bivio Cascinare, la Ambruosi e Biscardi) è finito nel fiume Chienti.

Nel pieno della stagione turistica, scatta l’emergenza inquinamento a Civitanova e a Porto Sant’Elpidio. L’Arpam ha informato i sindaci circa la possibilità di estendere il divieto di balneazione oltre i limiti previsti per i fiumi e a Civitanova la zona out dovrebbe interessare un chilometro a nord della foce, che vorrebbe dire tutto il litorale Piermanni. "Per precauzione — ha detto Corvatta — domani (questa, ndr) mattina firmerò l’ordinanza con il divieto di balneazione".

Il principio di precauzione è sovrano, ma si attende l’esito delle analisi per chiarire quale rischio sia connesso alla macchia nera, molto ampia, che ieri è comparsa alla foce del Chienti e si è poi diluita in mare. Intorno alle 15.15 l’allarme, lanciato da un cittadino. Pochi minuti e vigili del fuoco di Civitanova. Forestale (il comando stazione di Macerata e di Montegiorgio), tecnici dell’Arpam, vigili urbani di Civitanova e Sant’Elpidio a Mare, e personale della Capitaneria di porto si sono portati sul delta del fiume da dove era ben visibile la marea inquinante che ha interessato soprattutto la sponda fermana, scantonando verso Civitanova. Effettuati dall’Arpam diversi prelievi. "Aspettiamo l’esito delle analisi. Certo, esiste la possibilità che si tratti di materiale inquinante con rischio chimico e batteriologico", spiega Gianni Corvatta, responsabile dell’Arpam di Macerata.

L’ordinanza di divieto annunciata da Corvatta dovrà essere notificata agli chalet e dovranno essere affissi cartelli sulla spiaggia per avvertire i bagnanti di non immergersi in acqua. Non si tratta di sversamento abusivo, ma di incidente. Il digestato, sarebbe fuoriuscito in seguito alla rottura di un tubo che ha provocato lo scarico del materiale su un fosso secondario confluito verso l’Ete Morto, affluente del Chienti che ha trasportato il liquame in mare. Nell’azienda Ambruosi e Biscardi la Forestale ha effettuato controlli per verificare le autorizzazioni. Un fascicolo verrà aperto dalla Procura di Fermo per il reato di abbandono di rifiuti.