Il carcere deve rieducare, ma la pena sia certa

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 29 novembre 2019 - Ho visto in tv la disperazione per un ragazzo ucciso. La sofferenza dei genitori è atroce. Ma quando c’è l’omicidio di un giovane, le vittime sono tante: i quattro genitori, i fratelli e i parenti tutti. Perché pure l’omicida è una vittima del suo destino. E’ stato prescelto per fare un gesto orribile.  Edith Cotti, Bologna

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Quando una vita viene spezzata il dolore è collettivo, dei familiari, degli amici della società. Certo, anche chi uccide in qualche modo è vittima di una situazione che lo ha indotto a scegliere la strada estrema del male. Ma chi si macchia di reati gravi, quindi anche l’omicidio, deve pagare il conto. Altrimenti è un oltraggio alle vittime. Il carcere deve anche rieducare? Bene. L’altra sera a Porta a Porta c’era Manuel Bortuzzo, il campione di nuoto rimasto paralizzato perchè colpito, per un errore di persona, da un colpo di pistola sparato due balordi. Gente come questa va sì rieducata, ma scontando una pena il più severa possibile. Poi si vedrà. beppe.boni@ilcarlino.net