Elezioni Emilia-Romagna 2020, ha rivinto un sistema consolidato

Stefano Bonaccini (FotoSchicchi)

Stefano Bonaccini (FotoSchicchi)

L'Emilia Romagna rossa si è guardata nello specchio e ha scoperto di essere meno colorata di verde di quanto alcuni pensavano e altri, evidentemente la maggioranza, temevano. Stamani saranno in molti a tirare un sospiro di sollievo per quello che ritenevano un pericolo, a questo punto scampato. 

Adesso saranno in tanti a salire sul carro dei vincitori, che è sempre affollato. Il primo a poter esultare è ovviamente Stefano Bonaccini, che ha vinto in rimonta perché i risultati delle europee del maggio scorso davano dietro il centrosinistra, e gli stessi sondaggi fatti fino a due giorni fa lo vedevano arrancare.

E soprattutto ha vinto da solo, senza alcun appoggio al suo partito. Che, anzi, lui ha sempre sfuggito. Ma il vero vincitore delle regionali di ieri è probabilmente quel sistema Emilia che anche quando il legame tra partiti progressisti e territorio si è sfilacciato - e basta vedere le sconfitte subite a livello locale negli ultimi due anni - ecco, in un momento del genere quel sistema ha tenuto. Il partito è ammaccato, ma il sistema è rimasto. II sistema è la politica locale, ma anche l’economia, il sociale, i corpi intermedi, l’associazionismo, il mondo delle cooperative. L’alta affluenza ha evidenziato una sorta di mobilitazione per salvaguardare questo mondo. Certo, è un un sistema che si irradia dalla politica, ma è un modello sociale che ha a che fare soprattutto con l’amministrazione.

Un unicum emiliano-romagnolo, poco esportabile. Zingaretti stamani tirerà un sospiro di sollievo, ma sappia che la vittoria non è la sua, e che soprattutto è un successo dell’amministrazione e non della politica, di cui il suo Pd continua a essere povero. Bonaccini ha avuto il merito di comprendere tutto ciò, di non farsi impaurire da questo scenario, e conscio del buon lavoro svolto e della disponibilità della sua gente a valutarlo, ha trasformato in ricchezza quello che altrove sarebbe stata una penalità. D’altra parte non aveva scelta.

E poi c’è Salvini, che si dica quel si vuole, esce da questa due mesi emiliana ammaccato. E’ vero che l’Emilia Romagna era una regione rossa, ma l’attacco è stato troppo in grande stile per non presupporre poi una rotta rovinosa, e rumorosa. Il Capitano ha messo sul piatto dell’Emilia le fiches che dopo l’estate rovente gli erano rimaste, ma per la seconda volta ha perso l’all in. Ci riproverà in Toscana e nelle Marche, però sarà ancora più difficile.