Emilia Romagna verso la zona gialla, dedicato ai ristoratori

Un ristorante (Pressphoto)

Un ristorante (Pressphoto)

Bologna, 28 gennaio 2021 - Tornare in zona gialla (se l'Emilia Romagna tornerà in zona gialla: lo sapremo ufficialmente domani, venerdì) significa principalmente due cose dal punto di vista operativo: 1) riaprono bar e ristoranti; 2) ci si può spostare liberamente da un Comune all'altro.

Dedico questo articolo ai ristoratori. In Emilia Romagna, poveri loro, dal 15 novembre a sabato 30 gennaio (ultimo giorno presumibile di zona arancione) sono stati aperti solo 20 giorni su 77. Dal 6 al 23 dicembre e poi quei due strani giorni dopo la Befana, il 7 e l'8 gennaio, prima di risprofondare nell'arancione.

Aperti poi per modo di dire, visto che alle 18 bisognava chiudere e anche di giorno era comunque necessario impazzire di regole, fra distanze di sicurezza, meno tavoli, sanificazioni, l'amletico dilemma 'faccio la spesa o no perché se poi domani mi chiudono?', eccetera eccetera. Tutto necessario per la nostra salute, per carità. E c'è tanta gente perbene e onesta che, da Piacenza a Rimini, non ha mai sgarrato di una virgola. Chapeau. Gente che, fra la confusione di una norma e l'altra, ne ha subite un po' di tutti i colori. Non voglio trascurare qui le altre categorie (in fondo tutte) danneggiate dalla pandemia, ma quella dei ristoratori mi colpisce ancora di più. Perché i ristoratori sono tanti, perché fanno turismo, economia, allegria, vita sociale. Fanno un po' tutto. 

Eppure... Eppure tengono le saracinesche abbassate ma devono pagare l'affitto (esoso), arrivano i ristori e quei due soldi in croce dello Stato servono per le tasse, tasse magari di occupazione del suolo pubblico che non è occupato perchè il ristorante è chiuso (siamo arancioni, no?).

Ristoratori che a volte pagano di tasca loro, finchè la tasca non si rompe, i camerieri, i cuochi e i lavapiatti che tengono famiglia e che non ricevono da mesi la cassa integrazione. Ristoratori che hanno un mutuo acceso, perché hanno aperto da poco, e il mutuo non si spegne come la luce del locale perché siamo arancioni: no, il mutuo è sempre giallo, anzi bianco. Pazienza se il conto corrente va in rosso.

E allora, toccando ferro e amuleti vari, speriamo davvero che domani sventoli, soprattutto per loro, i ristoratori, la bandiera gialla. Si lavora per vivere, ma si vive anche per lavorare. In bocca al lupo, di cuore.