Gli applausi al gioielliere che ha ucciso i rapinatori

Sono il sentimento che l'Italia perbene prova per Mario Roggero

La Giustizia ordinaria, quella delle toghe, farà il suo corso e deciderà se il gioielliere Mario Roggero di Grinzane Cavour (Cuneo) deve essere giudicato colpevole per aver ucciso due banditi e ferito un terzo che hanno tentato l'assalto al negozio aggredendo prima la moglie e la figlia e poi lui.

Intanto Roggero è indagato come "atto dovuto" per omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa. La Giustizia degli uomini sta con il gioielliere, non lo considera un potenziale colpevole. "O me e la mia famiglia o loro", ha detto distrutto dalla sofferenza  e dall'amarezza per ciò che è accaduto davanti alle telecamere. In quei momenti concitati l'istinto di conservazione, per se stesso  e per la famiglia, lo ha condotto su una via obbligata: la difesa, senza avere la possibilità di decidere come sarebbe finita, quali sarebbero state le conseguenze oggettive. Nessuno può essere contento per un episodio di sangue.

Per i morti si piange e si prega, ma in questo caso ai vivi va espressa comprensione e solidarietà. Il gioielliere Roggero in quella manciata di secondi che ha dato le carte della vita e della morte avrebbe potuto finire nel secondo versante. E' andata in un altro modo.  Difficile dargli torto ragionando con le categorie umane che ovviamente non sono quelle dei magistrati fatte di perizie balistiche, verifiche della dinamica, testimonianze, cavilli e codici.

Ma cosa poteva fare uno che già aveva subito lo shock di un'altra brutale rapina cinque anni fa? Sempre lì nello stesso negozio, sempre lì insieme alla moglie. L'istinto di conservazione non gli ha lasciato scelta. Soprattutto non poteva sapere che i tre scellerati erano armati di una pistola giocattolo. E' difficile capirlo stando dall'altra parte della canna di un'arma. E' un attimo pensare che la tua vita può finire lì. E allora ti difendi senza pensare al codice penale. Non c'è posto in questa storia per il buonismo.

Ecco perché gli  imprenditori che hanno vissuto la stessa esperienza hanno avuto il coraggio di affidare alle agenzie di stampa il loro grido di solidarietà. E gli applausi che dai balconi e dalle finestre di fronte alla gioielleria hanno chiuso la scena  di questo surreale  pomeriggio di sangue sono il sentimento che l'Italia perbene prova per il signor Mario.

Non sono un inno a chi ha tolto la vita ad altri, ma a chi ha difeso la propria. Conterà qualcosa per la Giustizia? Avrà un peso? Chissà. Una sentenza c'è già. I buoni sono quelli come Mario Roggero, i cattivi sono quelli che lo hanno aggredito.