Italia, Repubblica fondata sullo sport

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Le pagine dei giornali e le trasmissioni sportive in tv sono sempre monopolizzate dal calcio. Anche adesso che i campionati sono fermi il calciomercato tiene banco ovunque. Non si parla d’altro. Se consideriamo che il calcio non ci regala grandi soddisfazioni dal 2006 sarebbe meglio allargare l’attenzione anche verso altri sport come ciclismo, basket, volley. Silvano Mazzoni, Rimini

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Tutto ha una proporzione. Il calcio è lo sport nazionale, il più seguito, il più amato. Muove emozioni collettive, energie vitali, passioni ancestrali e sprigiona anche pulsioni negative e violente. Il circo non si ferma mai. Finito il campionato impazza il calciomercato globale. E parte la giostra dei nomi fra Europa, Asia e Africa, i procuratori spingono per «vendere» la loro merce, più trattative più soldi. Nel frullatore mediatico ballano le telenovele con protagonisti d’eccezione, da Wanda Nara a Mario Balotelli in un vortice di trattative milionarie che fanno sognare (e arrabbiare) la gente in platea. Diritti tv, sponsor, personaggi da copertina, stadi con decine di migliaia di tifosi. Questo è il calcio show, dove purtroppo, fra l’altro, la globalizzazione degli scambi sta facendo sparire i calciatori italiani diventati merce rara. Tutto ciò nulla toglie all’Italia delle altre discipline che sogna in vasca con Federica Pellegrini, riempie i palazzi dello sport con i giganti del basket, si diverte con le bizzarrie tennistiche di Fabio Fognini, vola col volley. Siamo una Repubblica fondata sullo sport. beppe.boni@ilcarlino.net