Le luci di Natale

Che si fa per Natale? Accendiamo tutto come ai vecchi tempi (alberi, luminarie,  renne, Babbi Natale, presepi, giochi di luce e video mapping, piste da pattinaggio e chi più ne ha più ne metta) oppure con queste bollette pazze che non finiscono più, ci limitiamo al minimo indispensabile o addirittura teniamo spento tutto? Il dibattito è aperto un po' ovunque. A Forlì (esempio) l'opposizione insorge perché il Natale illuminato costerà alle casse pubbliche della città romagnola 500mila euro. 'Sarebbe stato molto meglio dare questi soldi ai poveri per pagare le bollette' hanno detto quelli del Pd. Per carità, con un'emergenza simile ogni centesimo fa comodo; speculazioni politiche a parte, capiamo benissimo chi dice no a queste spese. Ma alla fine una via di mezzo (quella che poi stanno attuando un po' tutti) credo sia la soluzione migliore. Natale è un simbolo, per chi crede e per chi no;  è festa, gioia, speranza. Ecco, la speranza: ne abbiamo tutti bisogno. Tanti centri di troppe città (Forlì in primis) sono stati desolatamente lasciati vuoti e abbandonati per anni e in molti casi, prima del Covid, le bellezze del Natale hanno ridato linfa alla socialità e allo stesso commercio. E un po' di luce, anche per i nostri cuori, serve come il pane. Che costa tanto, come l'energia, e lo sappiamo benissimo.