Fermiamo i medici in fuga

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 20 settembre 2019 - Per la Fondazione Gimbe sarebbero 37 i miliardi di euro tolti alla sanità pubblica dai vari governi dal 2010 ad oggi per far fronte alle emergenze del Paese. Il neo ministro alla Salute, Speranza, che reputa la sanità non un costo ma un investimento, si è detto pronto ad attuare un piano straordinario di assunzione di medici ed infermieri. Staremo a vedere. Cristian Carbognani, S. Ilario d’Enza (RE)

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

La sanità è il capitolo dove lo Stato non dovrebbe lesinare risorse e investimenti. La fuga dei medici all’estero e in parte verso le strutture private in Italia è un segnale che qualcosa non va. La sanità pubblica per i professionisti deve essere appetibile tanto quanto la privata per evitare che le competenze migliori prendano il volo verso altri lidi. Il contratto dei medici del servizio sanitario nazionale siglato recentemente prevede diverse novità: aumento medio procapite di 200 euro al mese, retribuzione di posizione minima di 1500 euro annui da subito per i nuovi assunti, incarico certo dopo 5 anni di servizio. Il testo contiene anche disposizioni per sopperire alle carenze di organico. E’ previsto un incremento delle indennità di guardia notturna da 50 a 100 euro, fino a 120 euro per i professionisti che operano nei pronto soccorso. Questi ultimi devono essere resi più sicuri. In Italia nella sanità pubblica servono più professionisti di grande capacità. Non lasciamoli scappare.  beppe.boni@ilcarlino.it