Deciderà l'Umbria

Roma, 24 settembre 2019 - Inutile nascondersi dietro a un dito: si scrive Umbria ma si legge Emilia Romagna, e magari anche Toscana, Marche, Campania, Veneto... La realtà è che le elezioni regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna passano dal Cuore verde d’Italia. Nonostante molti esponenti del Pd nazionale e regionale si sbraccino in ottimistiche dichiarazioni circa il radioso avvenire dell’alleanza con i grillini, nonostante le strizzatine d’occhio dello stesso Bonaccini, l’ultima di ieri, il futuro dell’esperimento che in più di uno al Nazareno e in viale Aldo Moro si augura venga esteso anche a Bologna e dintorni è scritto nelle urne umbre: se il 27 ottobre l’Umbria dovesse confermare la tendenza uscita dall’ultimo voto europeo, quando la Lega aveva fatto manbassa in tutte le città della regione, ecco che il fidanzamento Pd e Cinquestelle morirà in culla la sera stessa dello spoglio.

Altrimenti c’è da giurare che diverrà motivo di discussione nelle stanze che contano, anche romane, e probabilmente qualche riflesso nella formazione delle liste in Emilia Romagna finirà per produrlo. Dalle parti del Pd sono sempre sensibili alle suggestioni. Appare quindi al momento abbastanza autolesionistica, o per lo meno prematura, la tendenza di tanti, nel Pd e nei Cinquestelle, ad attribuire al voto umbro una valenza «estendibile» a prescindere.

La stessa attenzione con la quale tanti dirigenti democratici, sia nazionali come Francesco Boccia e prima ancora Dario Franceschini, sia emiliano romagnoli hanno sottolineato la riproducibilità dello schema, dovrà essere valutata alla prova dei fatti. E potrebbe peraltro non bastare, perché mentre in Umbria i grillini hanno chiesto e ottenuto di mettere bocca sulla candidatura «comune», in Emilia Romagna nessuno distoglierà il Pd dall’intenzione, legittima dal proprio punto di vista, di ripresentare il governatore uscente. Le condizioni stesse di salute del Pd sono diverse. In Umbria dopo lo scandalo sanità i democratici sono messi così male da subire qualsiasi imposizione, in Emilia Romagna Di Maio e compagni troveranno un Pd molto meno disposto a farsi mettere in piedi in testa.