Spegnere la miccia della violenza

Bologna, 20 novembre 2022 - L’antagonismo cresce nel ventre molle della società, nel lassismo, nell’inattività. Immobilismi spesso figli di strategie, della politica, della speranza di non alzare la tensione. Ma quello che sta succedendo da alcuni giorni e che vediamo a Bologna è una miccia accesa che va spenta subito. Di nuovo i collettivi si sono presi un pezzo di università, nell’area di via Zamboni a un soffio dal Rettorato dove tutto pare concesso. Di nuovo i ragazzi (seppure con differenza di numeri e dinamica rispetto al passato) hanno fatto muro e costretto le forze dell’ordine in perlustrazione ad arretrare.

E poi un altra occupazione e un agente ferito. Tutti oscuri presagi di un futuro che abbiamo già visto, dal ’77 fino alle occupazioni degli anni Duemila e agli sgomberi recenti. Questo autunno caldo si sovrappone al ritorno anarchico, con l’attentato al Marr di Anzola. Bologna, Ferrara, Modena hanno già pagato pesanti tributi (bombe, linee ferroviarie distrutte, incendi, armi trovate, liste con nomi e cognomi di ’nemici’ da colpire) e sperimentato pericolose devianze. Un circolo anarchico (Fuoriluogo) era a due passi da Scienze Politiche a Bologna; le Nuove Brigate Rosse cercavano contatti e venivano ’studiate’. A vent’anni dall’assassinio di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso da un commando folle, è doveroso rigettare ogni forma di violenza e illegalità. Senza paure.

In questi giorni avrete visto sulla Rai, con ogni probabilità, 'Esterno notte' di Marco Bellocchio, il film-serie sul rapimento di Aldo Moro. Un lavoro profondo e necessario, che fa da contrappunto a ’Buongiorno notte’, il film che indagava soprattutto l’appartamento di via Montalcini. ’Esterno notte’ è fatto di politici inermi, famiglie distrutte ma piene di dignità, ma soprattutto dimostra in un finale – pur senza speranza – che il brigatismo, l’illegalità e la violenza perdono sempre. I volti dei criminali sono crepati. Un memento per tutti, per chi pensa che sia tutto concesso.