Le espulsioni impossibili

Bologna, 22 maggio 2019 - Qui non c’entrano l’accoglienza, lo spirito umanitario o la severità del governo in tema di immigrazione. I porti ora sono semichiusi e i clandestini non entrano. Ma anche le porte in uscita sono chiuse, o al massimo semiaperte, perché molti irregolari entrati spariscono dai radar.

O a volte riemergono dal nulla innescando tragedie (stavolta il terrorismo islamico non c’entra ma la pazzia sì) come a Mirandola, paesone della Bassa modenese ferito dal sisma del 2012. Il caso è drammaticamente semplice: il nordafricano che ha dato fuoco al palazzo non doveva essere in Italia perché già espulso una volta, pluridenunciato, fermato in più occasioni e conosciuto con diversi alias. Colpa della burocrazia? Degli uomini che applicano male la legge? Delle norme piene di scappatoie? Forse di tutti questi aspetti messi insieme. Vallo a sapere. Il marocchino folle era stato accompagnato già una volta al confine di Ventimiglia ma è rientrato come in una porta girevole.

Lo hanno fermato il 15 maggio di nuovo a Roma e gli hanno notificato un ulteriore atto di «allontanamento». Prego si accomodi, sette giorni di tempo con massimo riguardo. Nel frattempo è ricomparso nel Modenese, ha incendiato un palazzo e ucciso due persone. L’esercito di fantasmi potenzialmente pericolosi è numeroso e privo di censimento certo. In Italia si stimano circa 500mila clandestini e sarà difficile individuarli tutti.

Il ministro Salvini promette espulsioni di massa senza rendersi conto che sui numeri è opportuno usare prudenza. Meglio concentrarsi sugli irregolari che vengono identificati e che nella giostra di denunce e provvedimenti dall’Italia non escono mai. Come il pazzo di Mirandola o il rapinatore-stragista Igor che ha ucciso quattro persone fra l’Emilia e la Spagna. Intanto il caso del nordafricano incendiario alimenta le frizioni sul nuovo decreto sicurezza.

I 5 Stelle accusano il Viminale che a sua volta spiega come la mancata espulsione sia dovuta a una richiesta d’asilo. La sensazione è che il meccanismo funzioni male. Però se uno di noi beve mezza birra in più funziona benissimo. Denuncia e ritiro della patente. Certo, non è la stessa cosa, ma il paragone rende l’idea di una Giustizia a due velocità. Con i cittadini onesti è sempre rapida.