Venerdì 19 Aprile 2024

Il ritorno dell'odio

Sparatoria a Strasburgo: la città blindata (Lapresse)

Sparatoria a Strasburgo: la città blindata (Lapresse)

È tornato Natale, sono tornate quelle feste che stanno più a cuore ai bambini, alle mamme, ai papà. E, perché no, anche ai nonni, che portano a passeggio i nipotini tra le colorate bancarelle rionali, mentre i genitori sono al lavoro. Ricordate il mercatino natalizio di Berlino, due anni fa? Un periodo, questo, che, nonostante alcune storture da parte dei soliti noti a pensiero unico (abeti addobbati e presepi che offenderebbero altre religioni), per fortuna continua a occupare una parte sostanziale della nostra cultura. 

Attentato a Strasburgo, spari al mercatino di Natale

Ma tornate le feste, si sono ripresentati i guastafeste. Quelli che ci odiano, forse proprio perché ci invidiano quei valori che non hanno, tanto che sono perfino negati dalle loro ‘dichiarazioni’ ufficiali sui diritti civili. Dove, parafrasando a loro uso e consumo i principi universali dei diritti dell’uomo già sanciti dalla carta dell’Onu, di fatto ne prendono le distanze. Quest’anno si sono palesati a Strasburgo, sede del Parlamento di quell’Unione Europea che, si badi bene, nella propria Costituzione – proprio per non apparire politicamente scorretta – omette qualsiasi cenno alle tradizioni giudaico-cristiane su cui poggia la nostra cultura.

In prima fila a opporsi a questa menzione era stata proprio la Francia, che comunque non viene affatto risparmiata dagli odiatori professionisti. Anzi, come nel caso di ieri, è stata nuovamente selezionata come bersaglio preferenziale. La mente va alle stragi del Bataclan, di Charlie Ebdo e del supermercato.

Questa volta sono riusciti a cogliere, assieme, tre obiettivi emblematici: l’Unione Europea, la cultura occidentale e, di nuovo, un Paese simbolo del Vecchio Continente. Lupi solitari, si era detto in prima notizia. Assolutamente no: organizzazione, pianificazione ed esecuzione di tipo militare. Cui si potrebbe anche aggiungere la scelta dei tempi, in un momento che per i nostri cugini è già di sovraccarico.