Bologna, 23 giugno 2022 - La notte tra il 23 e il 24 giugno, per la tradizione cristiana si festeggia San Giovanni Battista. A questa ricorrenza è associata una tradizione molto antica, quasi un rituale, ovvero la preparazione dell'acqua di San Giovanni. Si tratta di un rito propiziatorio e purificatore, legato al solstizio d'estate e alle credenze secondo cui quella del 23 giugno sia una notte magica. Ma per comprendere meglio la storia di questo elisir è necessario fare un passo indietro. Infatti, in questa credenza, paganesimo, cristianesimo e superstizione si intrecciano. Ecco di cosa si tratta. La notte delle streghe Non è un caso che al santo sia associato l'elemento dell'acqua, in quanto fu proprio lui a battezzare Gesù (secondo i Vangeli sinottici n.d.r.). San Giovanni Battista è l'unico santo, insieme alla Vergine Maria, di cui si celebra oltre alla morte anche la nascita, il 24 giugno, per l'appunto. Una data che, vicina al solstizio d'estate, incontra la tradizione pagana. Prima del cristianesimo, infatti, si festeggiava la Litha ed era usanza accendere grandi falò per le strade. Non solo in Italia ma anche nel resto d'Europa. Ancora oggi, ad esempio, in Spagna è uso celebrare la notte di 'San Juan' accendendo grandi falò in spiaggia, che illuminano tutto il litorale, mentre in Svezia si festeggia 'Midsommar'. Curiosità: il romanzo 'La luna e i falò' di Cesare Pavese si ispira a questa usanza. Queste tradizioni derivano dal fatto che la notte della vigilia - quella tra il 23 e il 24 giugno - fosse considerata "magica": la Notte delle Streghe. Sono varie le leggende che ne spiegano le origini e cambiano da campanile a campanile. A Roma si credeva che Salomè, la principessa giudaica che aveva fatto decapitare Giovanni Battista, fosse stata condannata a vagare con una scopa nella notte, e che ...
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