BRUCIARE libri è sempre sbagliato. Il Corano sarebbe bene confrontarlo con la Bibbia, scoprendone i collegamenti. Magari arrivando alla conclusione che tanti antichi messaggi e scritture furono e sono travisate, tradite, mal interpretate dalle religioni, dalle gerarchie. Comunque, c’è un abisso tra chi, pur sbagliando, brucia un libro o disegna una vignetta, e chi aggredisce, lapida, devasta, minaccia di morte e uccide.
Stefano Serafini, Bologna

 

Risponde Pierluigi Visci, direttore di Qn e il Resto del Carlino

LA VIOLENZA, verbale e fisica, non dovrebbe avere nulla a che fare con la religione. Però, si sa, i fanatismi sono sempre in agguato. Bruciare il Corano, lo abbiamo già scritto in altre occasioni, è una inutile provocazione che non serve a rasserenare il clima, spesso teso, con una certa parte del mondo islamico.

Il confronto, anche fra posizioni difficilmente conciliabili, è sempre positivo e segno di buonsenso.

Ma lei signor Serafini solleva una differenza che è sotto gli occhi di tutti. In Occidente non succederà mai che qualcuno venga minacciato di morte perchè ha disegnato una vignetta ironica sul cristianesimo e non succederà mai che una moschea venga data alle fiamme. E’ una differenza che non si può ignorare.

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