Reggio Emilia, 20 agosto 2011 - Ottocento balle di paglia al posto del cemento e del mattone. La bioedilizia fa tappa a Canossa, proprio sotto il famoso castello delle colline reggiane, dove è in costruzione una casa dalle pareti di paglia. Non si tratta di una piccola capanna ma di un edificio alto due piani, 100 metri quadrati ciascuno, pensato secondo i principi della bio-sostenibilità. Non solo unica nel suo genere in tutto il territorio reggiano ma una delle poche in tutta Italia. Sono infatti una trentina le costruzioni in paglia nel Belpaese, quasi tutte concentrate nel nord, soprattutto in Trentino dove se ne contano ben sei.

In Emilia Romagna sono invece un paio ma grazie al lavoro dell'associazione Edilpaglia, con sede a Montecatini Terme, stanno prendendo lentamente piede in tutta Italia. A Canossa facciamo un giro con i proprietari, mentre il cantiere continua. I lavori effettivi sono iniziati nella primavera 2010, oggi la casa poggia su solide fondamenta e su una struttura in legno portante, il cantiere dovrebbe terminare completamente a dicembre 2012. “Recenti studi hanno dimostrato che la paglia è un ottimo elemento per la costrizione edile; è un isolante termico e acustico molto efficiente”. Spiega Assunta Ligustri, infermiera reggiani di 41 anni, proprietaria, insieme al marito, della casa. Ma come è nata l'idea di utilizzare la paglia? “Tutto è iniziato durante un nostro viaggio in Australia – racconta la Ligustri – dove a contatto con alcune realtà ecologiche, come le fattorie biologiche, abbiamo letto un saggio sulla bio-edilizia. Si è aperto un mondo”.

In altri paesi, come la Francia e la Gran Bretagna, le case in paglia sono una realtà nel panorama edilizio, in Italia stentano a trovare un reale mercato. “All'estero costruiscono anche la struttura portante in paglia – racconta la Ligustri – da noi per legge è vietata, così si è costruito tutto in legno di abete italiano. I muri invece sono di paglia, materiale biologico molto presente in questa zona, così abbiamo abbattuto anche l'inquinamento dovuto dal trasporto”. Tra struttura in legno e paglia i costi non superano i 50 mila euro, se si aggiungono l'impiantistica, i lavori e i permessi d'edilizia il costo sale ma non raggiunge i 150mila euro. “A inizio settembre dovrebbero iniziare a dare l'intonaco esterno – spiega Ivan Gottardi, 38 anni, educatore psichiatrico e marito di Assunta – mentre l'interno sarà rivestito di argilla del posto. La paglia pressata, inserita tra l'intonaco e l'argilla, sarà come 'sotto vuoto', mai a contatto con l'esterno e quindi non c'è nessun rischio particolare d'incendio. Il risparmio è dato anche dall'isolamento termico che permette di mantenere il calore interno cinque volte meglio delle case tradizionali”. Intanto c'è chi si è mosso da Vicenza per assistere alla costruzione di questo gioiello ecologico, come il giovane Luca Quadri, 23 anni, venuto per apprendere i principi della bio-edilizia. “Costruire una casa in paglia è una scelta di vita – spiegano i due coniugi – dobbiamo essere molto presenti, insieme all'impresa edile. Abbiamo comprato quest'area quando c'era un casolare mezzo diroccato, scambiandolo con la nostra casa in centro città. Una permuta che a breve ci porterà a vivere qui a Canossa.

L'obbiettivo è di instaurare una casa aperta a tutti gli interessati alla eco sostenibilità e ai temi ambientali”. Secondo la presidente dell'associazione Edilpaglia, l'ingegnere Maria Angela Pucci, toscana di 52 anni, l'Italia è il 'fanalino di coda' in questo settore. “Solo in Francia ci sono circa 3500 strutture costruite completamente con la paglia – spiega la Pucci – e spesso è possibile autocostruirle se sono sono inferiori ai 169 metri quadrati. Il vero risparmio sarebbe proprio nella costruzione propria della casa, cosa che risulta difficile in Italia. Stiamo lavorando proprio per questo e a Ottobre, il nostro team di architetti e ingegneri, proporranno una soluzione per favorire l'autocostruzione”. La tecnica che Edilpaglia vuole promuovere si chiama 'Nebraska'. “Nell'800 i coloni inglesi americani del Nebraska cominciarono a costruire case in paglia perché il legno non arrivava più dagli stati confinanti – spiega l'ingegnere Pucci –. Così la tecnica ha preso questo nome”. Un metodo che dall'America è arrivato subito in Inghilterra, sbarcato nel nord della Francia, e ora per la prima volta utilizzato a Canossa di Reggio Emilia.