Abolizione Green pass 31 marzo, Speranza: "Dobbiamo valutare"

Il ministro: "L'impegno del Governo è superare lo stato d'emergenza". Ma in mancanza della road map promessa da Draghi, le Regioni spingono per uno stop al certificato verde e un addio alle mascherine già dopo Pasqua.

Il Ministro Speranza sul Green pass: "Dobbiamo valutare passo dopo passo"

Il Ministro Speranza sul Green pass: "Dobbiamo valutare passo dopo passo"

Bologna, 5 marzo 2022 - Il ministro della Salute, Roberto Speranza, apre all'ipotesi dello stop a Green pass e mascherine dopo il 31 marzo, giorno in cui termina lo stato d'emergenza. Ma "dobbiamo valutare passo dopo passo" ha detto. "L'impegno del Governo è quello di superare lo stato d'emergenza", ha affermato, ma "superare lo stato d'emergenza non significa d'un tratto magicamente essere fuori da ogni vincolo perché il Covid continua ad essere una sfida con cui fare i conti". Col miglioramento della situazione pandemica, c'è richiesta da più parti - Regioni in testa - di dire addio alle mascherine e ai passaporti verdi, o almeno di allentare le misure e di rivedere il Green pass. Cosa che era già nell'agenda del Governo, ma la road map promessa dal premier Draghi non è ancora arrivata, scavalcata probabilmente dalla priorità della guerra in Ucraina. 

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Tira un po' il freno anche Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute: avverte che la pandemia non è finita e una serie di regole resteranno fino a giugno, e dunque anche dopo la fine dello stato di emergenza. C'è poi chi, come l'ex premier Conte, chiede lo stop del super Green pass al lavoro per gli over 50. In ogni caso la fine dello stato d’emergenza si avvicina al galoppo: il 31 marzo è l’ultima scadenza, poi serviranno nuovi provvedimenti.

Intanto, crollano i ricoveri per Covid in Italia: secondo i dati Fiaso (Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere) del 2 marzo, si registra un buon - 21,6% in una settimana, il calo più netto registrato nell'ultimo mese negli ospedali sentinella monitorati.

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"L'impegno del Governo è quello di superare lo stato d'emergenza", ma "superare lo stato d'emergenza non significa d'un tratto magicamente essere fuori da ogni vincolo perché il Covid continua ad essere una sfida con cui fare i conti". Lo ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine di un'iniziativa sul Pnrr organizzata a Firenze dalla Regione Toscana. "Noi siamo molto più forti rispetto al passato - ha proseguito il ministro - perché abbiamo fatto una bellissima campagna di vaccinazione. Avere oltre il 91% di persone che ci hanno seguito in questa campagna di vaccinazione mette il nostro Paese in condizioni molto diverse rispetto al passato e noi stiamo piegando questa curva di Omicron grazie ai vaccini, senza chiusure generalizzate".  Speranza ha osservato inoltre che i dati "segnalano una discesa costante nelle ultime settimane: venivamo da numeri altissimi, siamo stati a quasi 2mila casi ogni 100mila abitanti. Gli ultimi dati, annunciati ieri dall'Istituto Superiore di Sanità, ci parlano di un dato di poco superiore a 400, quindi c'è stata una discesa molto significativa ma dobbiamo continuare con questo percorso".

"I vaccini sono lo scudo essenziale - ha aggiunto Speranza - e io chiedo a chi non ha ancora fatto il booster o il richiamo di farlo: chiediamo ai no vax di vaccinarsi. Ci sono anche nuovi strumenti a nostra disposizione: come sapete da qualche giorno c'è Novavax disponibile, con una tecnologia diversa che può convincere persone che non hanno ancora fatto questa scelta". Inoltre, ha proseguito il ministro, "dobbiamo continuare con un atteggiamento di cautela e attenzione, e penso che l'utilizzo delle mascherine nei luoghi chiusi sia ancora molto importante. Quindi fiducia, guardare avanti, ma con i piedi per terra e un passo alla volta".

Stop al Green pass e mascherine: le ipotesi

Niente più super green pass, meno restrizioni all’aperto e al chiuso e anche un addio alle mascherine sempre più vicino, magari già per Pasqua (o subito dopo): sono queste alcune delle ipotesi allo studio del governo e delle Regioni in vista delle nuove regole anti-Covid che dovranno essere applicate dopo la fine dello stato d’emergenza. Stando al sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri - ospite di Rai Radio1, a 'Un Giorno da Pecora' - l'obbligo di mascherine al chiuso potrebbe essere cancellato da metà aprile. Il governo potrebbe anche decidere di rimodulare il green pass, aggiunge Sileri, "non dal primo aprile ma nel mese di aprile, con una progressività soprattutto sul lavoro, dove valuterei attentamente un'abolizione prima rispetto al resto". 

Ma la prima cosa da fare, ha spiegato il sottosegretario, "è togliere la distanza tra le persone, tornando usufruire della capienza normale allo stadio o in ufficio e lasciando però la mascherina al chiuso". Quando si potrà togliere la mascherina al chiuso? "Penso che intorno a Pasqua, a metà aprile - ha detto a Rai Radio1 Sileri - si potrà togliere".

Green pass, il pressing dei governatori

L'obiettivo dei governatori è chiaro: eliminare il Super Green Pass il prima possibile, anche per dare un po' di respiro al turismo sfiancato da due anni di pandemia. E visto che Pasqua è a un passo, e le vacanze estive seguiranno a ruota, l'idea è di fare in fretta: ora come ora l’Italia è l’unico Paese europeo a imporre ai turisti non vaccinati una serie di divieti per spostarsi, alloggiare in un  in albergo, andare nei musei  o al ristorante.   

La via francese: stop Green pass e mascherina

Ad esempio in Francia dal 14 marzo non ci sarà più l'obbligo di indossare la mascherina, al chiuso e all'aperto, e di presentare il Green Pass: il pass vaccinale continuerà però a essere in vigore per i trasporti pubblici, negli ospedali e nelle case di riposo e resterà l'obbligo di vaccinazione per il personale ospedaliero. 

Ricciardi: non abbassare la guardia

In Italia "la situazione epidemiologica è in continuo miglioramento perché la campagna vaccinale ed altre misure come il Green Pass, stanno riducendo enormemente la circolazione del virus", afferma Ricciardi. Tuttavia, sottolinea, "ci sono ancora milioni di persone non vaccinate. Quindi bisogna continuare a tenere la guardia all'erta". Nonostante la fine dello stato di emergenza il 31 marzo dunque, avverte, "sicuramente rimarranno fino a giugno una serie di regole, poi bisognerà vedere come andrà la curva. Ci può esser sempre una recrudescenza in autunno. La pandemia non è finita". 

Fedriga: ritorno alla normalità

Al contrario, il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, afferma che "occorre un percorso di normalizzazione condiviso col Governo, a partire da una revisione di alcuni aspetti della normativa vigente". L'obiettivo, sottolinea, "deve essere quello di una progressione ordinata verso un ritorno alla normalità. Penso alle esigenze di aggiornamento del quadro normativo vigente, ad esempio superando almeno in certi ambiti l'obbligo della mascherina FFP2, o rivedendo le modalità di controllo del possesso del green pass nei pubblici servizi, affidando alla responsabilità dei singoli il mancato rispetto della normativa vigente". Fedriga ha annunciato 'che "la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha anche avviato un lavoro di netta semplificazione delle ''Linee Guida per la ripresa delle attività economiche e sociali, con l'obiettivo di dar loro un carattere temporaneo limitato alla fase di transizione''".

Conte: stop al Green pass sul lavoro

"Il governo deve prendere atto" di una situazione " in netto miglioramento e alleggerire" le misure anti-Covid, dice il leader del M5S Giuseppe Conte, nel corso di una diretta Instagram con Fanpage. "Ho chiesto al governo, anche al premier Draghi, una revisione globale delle misure, un piano" per allentarle step by step.  In particolare, rimarca l'ex presidente del Consiglio incalzato dai giornalisti, "occhio all'obbligo di green pass rafforzato nei posti di lavoro per gli over 50", una misura giusta, per Conte, nel momento in cui la curva era in salita, ma alla luce dei dati attuali, afferma, "restare a casa senza una retribuzione non è più accettabile, soprattutto in tempi di crisi come questi". Per Conte, inoltre, "bisogna predisporci per un piano autunnale e invernale per la pandemia, quando potrebbe esserci un ritorno, una recrudescenza, dunque predisporre nuove misure".  

Green pass e profughi dall'Ucraina

Poi c'è il capitolo di come si può comportare l'Italia con i profughi in arrivo dall'Ucraina. Secondo Walter Ricciardi, Ordinario di Igiene alla Cattolica di Roma e consigliere del ministro Speranza, tutti i profughi che arrivano dall'Ucraina vanno vaccinati. "La circolare emanata dal Governo", che non prevede Green pass per i rifugiati, "è evidentemente una misura di emergenza. La cosa importante è avviare la campagna vaccinale, perché le persone che vengono sono quasi tutte non vaccinate. Bisogna vaccinarli", chiarisce. "Come italiani - ricorda - abbiamo già una grandissima esperienza relativamente alle vaccinazioni alle frontiere. Le abbiamo già fatte nel passato: siamo pronti e strutturati. Bisogna attrezzare punti vaccinali intensivi nel momento in cui queste persone entrano in Italia. Non c'è necessità di renderlo obbligatorio, ma va offerta attivamente la vaccinazione. Sono quasi certo che nel momento in cui un rifugiato, un profugo, entra in un Paese e gli si offre attivamente la vaccinazione, l'accetta".

"Vogliamo accogliere in sicurezza" i profughi ucraini, ha detto anche Speranza, "il ministero della Salute è in lavoro costante di coordinamento con la Protezione Civile e le Regioni per creare le condizioni affinché questa accoglienza avvenga in sicurezza". "Noi favoriremo una vaccinazione delle persone in arrivo, le seguiremo - ha aggiunto - anche sul piano sanitario e creeremo le condizioni affinchè questa accoglienza avvenga davvero in massima sicurezza. In questo momento la nostra priorità è dare una risposta a chi fugge dalla guerra, dare una casa, un pasto caldo, a chi fugge dalla guerra e questo luogo simbolico segnala esattamente questo spirito di solidarietà che ha attraversato i secoli e ancora oggi deve guidarci". Per Speranza il pensiero deve andare "prima di tutto, alla necessità di esprimere solidarietà a chi oggi è sotto le bombe e vive la minaccia della propria esistenza. L'Italia e tutta l'Europa stanno dando un segnale molto forte, noi non ci voltiamo dall'altra parte ma siamo pronti ad accogliere queste persone".

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Dello stesso parere l'immunologo Mauro Minelli:  "Pensare di entrare in contatto con migliaia di persone senza strumenti di protezione non è un gesto di magnanimità né di fraternità, ma un rischio per la salute di tutti. Ecco perché, se pur nell'emergenza umanitaria in atto e dopo scontri epocali con no-vax e no-Gp, al di là delle mascherine magari appoggiate sulla bocca e dei tamponi, green pass ed eventuali conseguenti limitazioni non devono essere cancellati con un colpo di spugna, perché il Sars-Cov2 non riconosce il significato della politica internazionale. La sua è già da due anni una guerra mondiale".  Insomma, "il dovere dell'accoglienza e del soccorso ai profughi non deve farci dimenticare che abbiamo ancora una pandemia in corso, con milioni di morti su scala mondiale, per quanto la notiziabilità del fenomeno pandemico da qualche settimana ha subito, con quanto beneficio lo vedremo nelle settimane a seguire, un brusco calo", conclude Minelli.