Accoltellato sul bus a Rimini, Tamim è a casa. Il papà: quanto affetto per mio figlio

Doni e pensieri per il bimbo di 6 anni dimesso dall’ospedale. "Poteva morire, pena massima per l’aggressore"

Tamin al rientro a casa, circondato dai giochi donati da tantissimi cittadini riminesi

Tamin al rientro a casa, circondato dai giochi donati da tantissimi cittadini riminesi

Il salotto di casa ora somiglia a una sala giochi. "Guarda qui, Tamim, c’è un altro regalo da scartare". A Tamim ne sono arrivati a decine di regali, in questi giorni. Molti glieli hanno portati in ospedale, qualcuno l’ha trovato ieri a casa, dov’è tornato dopo dieci giorni di ricovero. È stato finalmente dimesso il bimbo di soli 6 anni accoltellato da Somane Duula, il somalo che ha scatenato l’11 settembre di Rimini seminando il terrore in città. Cinque le persone colpite da Duula, che prima ha accoltellato sul bus le due donne controllori che l’avevano multato a Miramare, e poi, durante la sua folle fuga a piedi per le strade di Rimini, ha ferito altre tre persone: due donne e il piccolo Tamim.

Il bimbo, figlio di una coppia originaria del Bangladesh (vivono dal 2007 a Poggio Torriana, vicino a Rimini) era a spasso con i genitori e il fratello più grande, di 12 anni, quando è stato colpito con un paio di forbici da Duula, che gli ha reciso la carotide. Ha rischiato di morire: i chirurghi l’hanno operato la sera stessa dell’11 settembre, poche ore dopo l’aggressione, poi il piccolo è finito una seconda volta sotto i ferri il giorno dopo.

Tamim sta molto meglio ora, ed è tutta Rimini a gioire e ad emozionarsi per il suo recupero. Perché in questi giorni tanti hanno voluto dare una mano a lui e alla sua famiglia. Come se Tamim fosse un loro figlio, un loro nipote. I medici e gli infermieri gli hanno portato tanti giochi, hanno guardato i cartoni animati con lui. Lo stesso hanno fatto i sindaci di Rimini e Poggio Torriana Andrea Gnassi e Ronni Raggini, e i poliziotti che hanno arrestato il suo aggressore. Robot, costruzioni Lego, macchinine radiocomandate, che Tamim adora: una marea di doni per regalargli sorrisi e aiutarlo a superare lo shock. Per lui anche la macchinina della Polizia, portata dagli agenti della Questura. E poi i regali dei colleghi di Sunny, padre di Tamim, dei vigili del fuoco, e della Rimini calcio. Alcuni giocatori si sono presentati in ospedale con le maglie biancorosse personalizzate coi nomi di Tamim e di suo fratello, e un pallone autografato.

Una marea d’affetto che ha travolto il piccolo e la sua famiglia. Ma Rimini non ha fatto solo regali. "Tante famiglie ci hanno aiutato a casa – racconta Sunny, che lavora all’industria Focchi – Io ho trascorso questi 10 giorni in ospedale, ma a casa c’era sempre qualcuno ad aiutare mia moglie con gli altri miei figli (il piccolo ha solo un anno). C’era chi portava la spesa, chi dava una mano con le faccende di casa, e chi accompagnava il mio figlio grande a scuola". E la madre di Tamim è andata ogni giorno da lui in ospedale grazie al trasporto organizzato dei servizi sociali. "Devo ringraziare tutti, dal primo all’ultimo – dice Sunny – I medici e gli infermieri che hanno curato Tamim, i poliziotti, le istituzioni, il mio datore di lavoro Maurizio Focchi, le tante famiglie che ci sono state vicine. Sono stati fantastici".

Il peggio è passato, Tamim non porta più neanche le bende sul collo e i medici gli hanno tolto i punti di sutura. "È felice di essere a casa, e non vede l’ora di andare a scuola". Tamim quest’anno comincia le elementari. "Farà un po’ di lezione a casa, fino a quando non potrà andare in aula". Dell’aggressione, dice il padre, "ricorda tutto. Uno dei poliziotti che hanno arrestato Duula gli ha raccontato come l’hanno fermato". Il fratello più grande è quello che ha visto tutta la scena, è stato già ascoltato dai poliziotti.

"Mio figlio poteva morire, chiediamo per Duula la massima pena. Non mi interessa sapere perché l’ha fatto, spero solo rimanga in galera tutta la vita", conclude Sunny. Nel frattempo il pm Davide Ercolani ha affidato a Renato Ariatti la perizia psichiatrica su Duula, e a Guido Peletti quella medico-legale. Duula dovrà rispondere del tentato omicidio (per le ferite a Tamim), lesioni, tentata rapina e resistenza.