Nigeriano ucciso a Fermo, la Cassazione non cancella l'aggravante razziale

Respinta l'istanza dei legali di Mancini. Ora il 40enne fermano, a causa di un guazzabuglio giurisprudenziale, rischia di tornare in carcere

Emmanuel, il nigeriano ucciso a Fermo, e Amedeo Mancini, (Zeppilli)

Emmanuel, il nigeriano ucciso a Fermo, e Amedeo Mancini, (Zeppilli)

Fermo, 30 novembre 2017 - Brutte notizie per Amedeo Mancini, il 40enne fermano, che nel luglio del 2016 era finito in carcere per la morte del nigeriano Emmanuel Chidi Namdi, avvenuta a seguito di una lite in strada. La Corte di cassazione ha respinto l’istanza presentata dai suoi legali, gli avvocati Francesco De Minicis e Savino Piattoni, affinché fosse cancellata l’aggravante razziale dalla sentenza di patteggiamento che aveva ammesso l’attenuante della provocazione, ma non aveva derubricato l’insulto razzista nei confronti della moglie del nigeriano morto.

Ora Mancini, a seguito di un guazzabuglio giurisprudenziale e in attesa che venga varata la nuova legge Orlando, rischia di tornare in cella. “Prendiamo atto delle decisione delle cassazione – ha commentato l’avvocato De Minicis – ma ci auguriamo che il procuratore capo di Fermo, Domenico Seccia, non voglia applicare una nuova carcerazione al nostro assistito, in virtù di quanto pattuito e nel rispetto dell’individuo, che si è già fatto mesi di carcere in attesa di giudizio”.