Astrazeneca, la decisione dell'Italia: "Uso preferenziale agli over 60"

Locatelli: "Sì alla seconda somministrazione del vaccino". Speranza: "Subito la circolare che chiarisca"

Roma, 7 aprile 2021 - Sul caso del vaccino Astrazeneca - dopo l'approfondimento dell'Ema - cosa ha deciso di fare l'Italia? Si allinea alla posizione dell'Unione europea di prediligere la somministrazione del siero di Oxford agli over 60.  L'annuncio è arrivato dopo le valutazioni di Ema e Aifa che hanno ritenuto "plausibile" la possibilità che i seppur rarissimi eventi trombotici avversi - si parla di 86 casi con 18 decessi su un totale di oltre 34 milioni di dosi somministrate - abbiano un nesso di causalità col vaccino. Il coordinatore del Cts Franco Locatelli durante l'incontro Governo-Regioni anticipa la posizione del nostro Paese, che conferma poi in conferenza stampa al ministero della Salute: "Considerando i dati sulla letalità (per Coronavirus) che confermano che le vittime perlopiù sono anziani, l'idea anche per Italia è di raccomandare l'uso preferenziale oltre i 60 anni", ha detto. Quanto ai dubbi sulla seconda dose, Locatelli ha aggiunto: "Non abbiamo elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose".  E su questo anche il ministro della Salute Roberto Speranza si è sbilanciato, nella riunione con le regioni: per i richiami si potrà utilizzare AstraZeneca anche sotto i 60 anni. Per il cambio di indirizzo su AstraZeneca, comunque, ci sarà "un provvedimento, con tutte le indicazioni", ha detto Speranza alla stessa riunione.

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Quello di Oxford è comunque un vaccino sicuro. "La maggior parte degli eventi trombotici - spiega Locatelli - si sono verificati solamente nei primi 14 giorni dopo la prima somministrazione. Il numero di dosi somministrate per la seconda è troppo limitato per trarre conclusioni definitive". "Su 600mila trattati con due dosi di AstraZeneca -  ha aggiunto il Direttore dell'Aifa, Magrini - nessuno ha mostrato eventi trombotici".

Locatelli ha cercato di rassicurare i presidenti di Regione, preoccupati che la popolazione non si fidi più di AstraZeneca, sostenendo che non deve preoccupare il fatto che prima il vaccino fosse raccomandato per gli under 60 e ora per gli over 60. I governatori, per bocca del veneto Luca Zaia, hanno paventato che né medici né pazienti si sentiranno tranquilli a dare per esempio la dare a seconda dose di AstraZeneca. "Ci tengo a sottolineare - ha detto in conferenza stampa - che questo non è il funerale di AstraZeneca che continua ad essere un vaccino affidabile. Tutto questo non porterà ad impatti importanti e negativi sulla nostra campagna vaccinale".

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Il confronto con la Ue e la seconda dose

In conferenza stampa, Locatelli conferma la linea - "Insieme con il ministro della Salute, la nostra posizione è di raccomandare un uso preferenziale del vaccino Astrazeneca nei soggetti oltre i 60 anni" - e indulge sul confronto con gli altri Paesi Ue: "Limitandoci a Germania, Spagna e Francia, i primi due hanno di fatto sposato la linea di un uso preferenziale sopra i 60 anni, la Francia sopra i 55 anni di età. Con l'obiettivo di mettere in sicurezza la popolazione più a rischio, cioè sopra i 60 anni, la posizione decisa dal ministro dopo un confronto che ha coinvolto anche figure istituzionali è stato di raccomandare un uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni di età". "La seconda somministrazione del vaccino AstraZeneca - continua Locatelli - in chi ha ricevuto la prima dose è stata elemento di valutazione molto attento. Al momento non ci sono elementi per non considerare la vaccinazione in chi ha ricevuto la prima dose pur essendoci un numero limitato di soggetti che hanno ricevuto la seconda dose".

Dal canto suo il direttore di Aifa  Nicola Magrini spiega:  "Aifa ha attivato un gruppo specifico di esperti di coagulazione italiani che contribuiscono a definire le diverse tipologie di casi. Parlare di eventi molto rari è difficile: genera una paura che non deve essere tale. Lo dimostrano gli inglesi che hanno ristretto l'uso sotto i 30 anni. L'Italia vive una fase diversa del contagio e chiede una capacità di vaccinare la popolazione più a rischio per cui si punta sui più anziani. La capacità vaccinale è in aumento".

Speranza: subito la circolare

"Ci mettiamo subito a scrivere la circolare. Bisogna essere chiari e netti - ha assicurato il ministro della Salute Roberto Speranza. Il provvedimento "conterrà una raccomandazione di somministrare AstraZeneca sopra i 60 anni, in linea con quanto deciso da altri paesi Ue". Anche Rezza in conferenza stampa conferma: "Un vaccino AstraZeneca è di efficacia elevata nei confronti di forme grave, tra l'80 e il 100%. Fra stasera e domattina uscirà una circolare ministero della Salute che riprenderà il parere di Aifa sentito anche il professor Locatelli che darà indicazioni alle Regioni su cosa fare e sulle modalità di uso del vaccino".

Rezza: accelerare sugli anziani

Interviene anche il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza: "Io spero che acceleri la vaccinazione della popolazione anziana. La maggior parte delle critiche hanno riguardato il fatto che erano state coperte più giovanili che gli anziani. Questa indicazione può dare una spinta propulsiva delle persone da 60 anni in più, che hanno il rischio più alto di un evento finale. La cosa che dà più frutti è cominciare con gli anziani per abbattere l'ospedalizzazione e la mortalità. Visto che abbiamo vaccinato insegnanti e forze dell'ordine quello che dobbiamo fare e l'opera di incidenza della malattia attraverso la copertura della popolazione anziana".

AstraZeneca, sottolinea poi,  "è un buon vaccino, i dati inglesi lo confermano. Anche con una sola dose gli inglesi hanno abbattuto la mortalità. Noi oggi abbiamo avuto oltre 600 morti, una cifra enorme. E abbiamo ancora una situazione che ci deve far riflettere".

I governatori:  serve chiarezza

In alcune regioni si sono riscontrate percentuali alte - anche il 40% - di disdette di AstraZeneca da parte dei cittadini. Colpa dei messaggi contraddittori circolati. per questo i presidenti di regione chiedono chiarezza al governo e al Cts. "Dovete prendervi la responsabilità di comunicazioni chiare", il 'refrain' durante l'incontro iniziato alle 20.  Alla richiesta di una circolare dettagliata, il ministro Speranza ha spiegato, sulla scia di quanto illustrato da Locatelli, che ci sarà una raccomandazione di somministrare AstraZeneca sopra i 60 anni, sulla falsariga di quanto deciso da Bruxelles. Speranza ha aggiunto che il piano vaccinale non cambia: l'obiettivo, anche quello del premier Draghi, è sempre quello di arrivare a 500 mila dosi al giorno entro fine aprile.

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Figliuolo: da domani anche a 60-79enni

"Non ci sono casi di trombosi dopo la seconda dose" di Astrazeneca, avrebbe detto il commissario Francesco Figliuolo all'incontro con le Regioni, secondo quanto si apprende da fonti che assistono alla riunione. Sul piano vaccinale il generale ha affermato che "apriamo da domani la categoria 60-79 anni ad Astrazeneca. Una platea di circa 13 milioni di persone, due milioni dei quali hanno già avuto la prima dose". E avrebbe aggiunto: "Bene che le Regioni abbiano aumentato la quota di over 80. Dobbiamo coprire prima possibile questa fascia di età". E comunque ad aprile "potranno esserci consegne superiori del 15-20% rispetto alle previsioni". 

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Burioni: non ci metto la faccia

Il virologo Roberto Burioni decide di "non mettere più la faccia" sul vaccino Astrazeneca, nei confronti del quale, dice in un articolo sul suo blog, fa calare "il suo personale silenzio" fino a quando perdurerà quello dell'azienda. L'immunologo non ha gradito la scelta della multinazionale anglosvedese di tacere dopo le "notizie inquietanti" che si leggono in questi giorni. "La gente si preoccupa e la multinazionale rimane in un religioso silenzio, anzi, per essere precisi, nel momento in cui la Germania ha bloccato il suo vaccino, ha rilasciato questa tranquillizzante e convincente dichiarazione: "La sicurezza del nostro vaccino è stata ampiamente studiata nei trial di Fase 3 e i dati revisionati da esperti confermano che il vaccino è generalmente ben tollerato". Niente male, direi", ironizza Burioni. Ma la situazione "di grande paura e incertezza" da parte della gente, richiederebbe un altro comportamento. "Un'azienda che conta oltre 76mila dipendenti e che ha realizzato nel 2020 molti miliardi (miliardi, non milioni) di utili rimane nel silenzio e non si degna di tranquillizzare le persone che si sono fidate del suo lavoro e sulla base di questa fiducia si sono fatte iniettare un vaccino. Silenzio totale".(