MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

Bici elettrica: quali sono le regole stradali e le multe che si rischiano

Dopo il caso del signore multato a causa di un guasto, ecco cosa c’è da sapere prima di mettersi alla guida e anche prima di manipolare l’acceleratore

Ebike: cosa c'è da sapere prima di mettersi alla guida

Ebike: cosa c'è da sapere prima di mettersi alla guida

Bologna, 25 agosto 2024 – La vicenda dell’operaio maceratese Andrea De Carolis, raccontata dal Carlino qualche giorno fa, ha diviso lettori e utenti dei nostri canali social e riportato all’attenzione un tema che, di questi tempi, necessita di un chiarimento: quali sono le limitazioni previste dal Codice della strada per le biciclette elettriche?

La bici elettrica si rompe, multa  di 5mila euro
Il civitanovese Andrea De Carolis

L’operaio di Macerata, è bene ricordarlo, è incappato in una maxi-sanzione di 5mila euro per aver azionato, dopo la rottura accidentale della catena, un acceleratore già installato sulla sua e-bike. La polizia municipale, incrociata casualmente lungo il tragitto, ha infatti mosso a De Carolis la seguente contestazione: se non si pedala, il mezzo non è una bicicletta a pedalata assistita, ma un ciclomotore. E, per condurre quest’ultimo, è necessario essere muniti di patente, targa, casco e assicurazione: come se si guidasse uno scooter, non una bici elettrica.

Cos’è una ebike o bici a pedalata assistita

Vigili troppo zelanti o veicolo effettivamente fuorilegge? Vediamo cosa dice il Codice della strada: non prima, però, di aver chiarito cos’è e quali caratteristiche deve avere una bicicletta elettrica per poter circolare in Italia.

Il segreto del successo delle e-bike, il cui mercato è letteralmente esploso negli ultimi 5 anni (+ 40% dal 2019 al 2023, dati Ancma-Confindustria), è la cosiddetta “pedalata assistita”, che consente di percorrere tratti di strada più lunghi o ripidi riducendo notevolmente la fatica. Merito di un piccolo motore a batteria, che entra in funzione nel momento in cui si inizia a pedalare, supportando la spinta meccanica azionata dalle gambe e diminuendo, dunque, lo sforzo necessario per muovere i pedali. In alcuni modelli, la bici dispone anche di un acceleratore (tecnicamente, manopola di accelerazione), che consente di aumentare la velocità di marcia, proprio come un ciclomotore.

Se questo acceleratore entra in azione indipendentemente dalla pedalata e anche quando i pedali della bicicletta non sono in movimento, la bici elettrica è equiparata dal Codice della strada a un ciclomotore. Si tratta, a tutti gli effetti, di un mezzo a funzionamento autonomo.

In Italia, l’ebike con acceleratore è considerata un ciclomotore

Per poter circolare liberamente sulle strade del nostro Paese, le e-bike con acceleratore richiedono alcune dotazioni, tra cui una patente adeguata alla categoria di veicolo guidato e l’obbligo di casco, targa, assicurazione e versamento della tassa di circolazione, ossia il bollo.

Occorre rispettare, insomma, tutte le norme previste per i motoveicoli, comprese quelle relative a limiti di velocità e zone a traffico limitato: secondo il Codice della strada, infatti, siamo di fronte non a un semplice velocipede, ma a un ciclomotore a tutti gli effetti.

Maxi multa per lo ‘sblocco’ del motore

Il Codice della strada stabilisce che la potenza massima delle bici elettriche non deve superare i 250 watt, mentre la velocità non deve essere superiore a 25 chilometri all’ora. Acquistare (prevalentemente in rete) dei ‘kit’ per truccare il motore e ‘sbloccarlo’, in modo da far raggiungere alla bicicletta i 45-50 all’ora, è una pratica severamente vietata, poiché mette a rischio, oltre alla sicurezza e alla salute degli utenti della strada, anche la ‘tenuta’ del mezzo.

Chi lo fa, dunque, è soggetto a una sanzione amministrativa - da 1.084 a 4.339 euro - chiunque fabbrichi, produca, ponga in commercio o venda biciclette a pedalata assistita in grado di sviluppare una velocità superiore ai 25 all’ora. È soggetto alla sanzione amministrativa - da 845 a 3.382 euro - chi effettua sulle ebike modifiche tali da aumentare la potenza del motore ausiliario elettrico oltre 250 watt, o la velocità oltre i limiti dei 25 chilometri orari.

Per ragioni di sicurezza, sempre più produttori montano sulle bici a pedalata assistita motori che non sono modificabili, con software interni in grado di bloccare il motore non appena lo si cerchi di modificare al fine di aumentarne le prestazioni.