Bollettino coronavirus oggi Emilia Romagna, i contagi sono 20. Le vittime 4

Sono 18 i malati senza sintomi rilevati grazie allo screening per categoria o contatto con pazienti infettati. Ecco la mappa per provincia

Sempre più ospedali covid-free

Sempre più ospedali covid-free

Bologna, 8 giugno 2020 - A un settimana dal 3 giugno che ha riaperto il confine tra le regioni, ecco il bilancio e i grafici di oggi, illustrato in direttta Facebook dall'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini:

Oggi sono stati effettuati 5mila tamponi e 3mila test sierologici. I positivi sono 20, 2 con sintomi e 18 senza nessun segnale della malattia e individuati attraverso la campagna di screening sierologico o con i test alle persone che hanno frequentato positivi scovati nei giorni scorsi. Le vittime in regione sono 4. "Un dato che non ci rende ancora sereni, vogliamo arrivare a zero - assicura Donini - ma è anche vero che è il dato migliore dal 2 marzo scorso".

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"Il tasso epidemiologico è stabilmente sotto lo 0,1 per cento, un traguardo molto importante - spiega Donini -. Ma non dobbiamo abbassare la guardia: entro l'estate abbiamo l'obiettivo di testare il 10% della popolazione dell' Emilia-Romagna".

 

I guariti di oggi sono 62: 77 malati su 100 dall'inizio dell'epidemia sono guariti" Al momento, sono il 12% degli attuali malati è ricoverato in ospedale. 

La mappa

I 20 positivi sono così distribuiti sul territorio: 3 a Piacenza, 7 a Parma, 3 a Reggio, a Bologna 3 casi positivi di cui 2 asintomatici, a Ravenna 2 asintomatici, rilevati grazie allo screening sierologico, a Forlì 1 caso così come a Rimini 1. In tutte le altre province (Modena, ferrara e Cesena) non ci sono stati nuovi casi

I decessi 2 a Parma, 1 a Bologna (un uomo di 68 anni con altre patologie) e 1 a Cesena (una donna di 89 anni).

I grafici

Migration

Le priorità

"Per prima cosa vogliamo dotarci di un grande numero di tamponi e test sierologici. Abbiamo affrontato questa emergenza senza tamponi e senza reagenti. Adesso abbiamo una disponibilità di 10mila tamponi al giorno e vogliamo arrivare, a settembre, a 15mila al giorno. Se la malattia dovesse tornare, anche in forna minore, dobbiamo essere pronti", spiega Donini. La Regione intende poi sostenere la ricerca scientifica così come la sanità territoriale, attraverso le Usca, le unità domiciliari. "La casa del paziente deve diventare il primo livello dell'assistenza sanitaria", spiega Donini. "Vogliamo essere i primi in Italia a raggiungere il livello di adeguatezza ottimale per le terapie intensive", continua l'assessore che ricorda come il Covid intensive care sia stato già inaugurato. Ancora: la Regione sta lavorando per la ripresa delle prestazioni sanitarie interrotte a causa dell'epidemia. Infine, la Regione vuole investire in un sistema sanitario "pubblico e universalistico. certo, comprende la collaborazione con la sanità privata accreditata che è avvenuto durante l'epidemia e che sarà in campo anche per la ripresa del servizio, per tornare in pari con le prestazioni rimandate. Ma la guida - conclude Donini - deve restare pubblica".

I posti letto

In mattinata, lo stesso Donini aveva assiurato in commissione che non sono previsti tagli di posti letto negli ospedali regionali. In questa fase di ripartenza dopo l'emergenza covid, "alcune strutture dovranno provvisoriamente collocarli altrove", ma queste modifiche di assetto "saranno solo transitorie e le tempistiche dovranno essere oggetto di specifici impegni", ha assicurato Donini.

Per questo servirà "in tempi brevi un confronto con amministratori del territorio, sindacati e ordini professionali - afferma l'assessore - per costruire soluzioni innovative e condivise in tutti i territori della regione". "Vogliamo - ha aggiunto - che siano garantite in modo graduale e progressivo sempre più visite, ricoveri, interventi chirurgici in modo adeguato e sicuro", dice l'assessore. Servirà quindi "molto lavoro", anche insieme ai professionisti, per "raggiungere in tempi rapidi risultati importanti" a tutela dei cittadini. Si dovranno anche "compiere scelte difficili - avverte Donini - ma al tempo stesso cogliere opportunita' straordinarie per la sanita pubblica, attraverso investimenti sulle strutture e sul capitale umano".