GIACOMO CAPOVILLA
Cronaca

Bollettino coronavirus in Veneto di oggi 28 dicembre: 2782 contagiati e 69 morti

Oltre 90mila persone attualmente sono positive. I ricoveri sfiorano quota 3400. Il virologo Crisanti: "Qui un aumento di casi e di morti senza precedenti"

Il bollettino coronavirus di oggi, 28 dicembre, in Veneto

Venezia, 28 Dicembre 2020 - Il Veneto resa in cima alla poco invidiabile classifa delle regioni per contagi da coronavirus: anche oggi sono 2.782 i nuovi casi da coronavirus scoperti nella regione guidata da Luca Zaia. Continuano a salire gli attualmente positivi, che toccano quota 90.942 (+921). Aumenta il numero di deceduti, che oggi sono 69 in più (ieri sono stati 52). Crescono i guariti: oggi 1.792.

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Ricoveri covid in Veneto

Il dato che preoccupa maggiormente è quella della pressione sugli ospedali veneti. Anche oggi ci sono 73 nuovi ricoveri (per un totale di 3.394). In area non critica ci sono 3.007 pazienti (+77), di cui 2.696 positivi (+70) e 311 guariti (+7). Sono 387 le persone ricoverate in terapia intensiva (-4), di cui 355 positive (-5) e 32 negativizzate (+1).

L'aumento dei contagi in Veneto

L'aumento dei contagi in Veneto non è legato alla variante inglese. Ne è convinto il virologo Andrea Crisanti, intervenuto a 'L'aria che tira' su La7.  "Il Veneto sinora ha fatto 36 sequenze complete" del virus "e nessuna corrisponde alla variante inglese - ha spiegato l'esperto, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell'ateneo cittadino - Poi se sono stati sequenziati 'pezzetti' di virus, e sembra che alcuni condividano delle mutazioni, non vuol dire che siamo in presenza della variante inglese e che questa sia responsabile dei contagi in Veneto".

Per Crisanti i numeri nella regione "sono legati alla zona gialla, con una maggiore circolazione delle persone che favorisce la trasmissione del virus. Più persone si ammalano e più persone di fatto muoiono, come probabilità. L'altro elemento è legato ai tamponi rapidi, che hanno una sensibilità bassa e hanno permesso che le Rsa venissero infettate".  

"Si è puntato sui tamponi rapidi, il personale delle Rsa è stato 'screenato' con i tamponi rapidi e nelle Rsa abbiamo contagi senza precedenti", ha aggiunto il virologo. "Più tamponi si fanno, teoricamente, e più si interrompe la catena di trasmissione, ma questo dovrebbe essere seguito dalla diminuzione dei casi e dei morti. Qui abbiamo un aumento di casi e di morti senza precedenti", ha evidenziato.

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