Reggio Emilia, 2 agosto 2024 – Si apre uno spiraglio di dialogo tra gli attivisti per l’ambiente e l’amministrazione comunale.
Il presidente del consiglio comunale, Matteo Iori, ha accordato ai membri di Xr, Reggio Emilia Ripuliamoci e Legambiente la possibilità di un consiglio aperto, a settembre, in cui gli ambientalisti potranno spiegare le ragioni della loro lotta per salvare il bosco urbano di Ospizio.
Il progetto
In quell’area, dove ora sorge un bosco nato spontaneamente negli anni, è prevista la costruzione di un supermercato Conad e un palazzo di cinque piani per diversi servizi pubblici (la Casa della Comunità, il Polo territoriale Est e la nuova sede della biblioteca di Ospizio).
In occasione del primo consiglio comunale, gli attivisti avevano consegnato all’amministrazione una lettera per esprimere il loro dissenso circa l’intervento. Nel frattempo, è nata anche l’assemblea permanente del bosco Ospizio, che vede la partecipazione anche dei cittadini con incontri fissi al circolo Villaggio Stranieri, accanto al bosco urbano.
“Poter partecipare al consiglio comunale aperto è una piccola vittoria per noi – dice Ilaria Mezzenzana, membro di Xr e portavoce dell’assemblea –. Sarà l’occasione per esporre le nostre motivazioni non solo a chi ci governa, ma a tutta la cittadinanza”.
“Ci stiamo muovendo anche con una raccolta firme – aggiunge – per una mozione popolare in cui chiediamo la sospensione dei lavori e che venga avviato un processo partecipativo che non sia una tantum in consiglio comunale, ma allarghi il dibattito per trovare delle soluzioni”.
“Speriamo che la politica sia disposta a fare scelte coraggiose e assicurarci un futuro di benessere, come il suo compito richiede” conclude Mezzenzana.
Il bosco
“Qualcuno ha detto che questo non è un bosco. Non è vero: sono ben due” prosegue Stefano Ferrari (Reggio Emilia Ripuliamoci). “Uno ha alberi che vanno dai 50 agli 80 anni, l’altro è nato spontaneamente sulle macerie dell’ex ospizio. In tutto, parliamo di centinaia di alberi che continuano a crescere”.
Costruire in quel punto vorrebbe dire spezzare una linea verde che collega Campo di Marte, San Lazzaro, Paride Allegri e bacino del Rodano. “Abbiamo il diritto e il bisogno di respirare adesso, non tra trent’anni. La settimana scorsa qui, alle 23.08, facevano 22 gradi”.
“Senza contare che i lavori dureranno anni – aggiunge –. Le persone che vivono qui intorno e i bambini della scuola dell’infanzia La Villetta dovranno subire stress acustico e inquinamento continui. E non finirà certo col cantiere, si pensi a tutti i camion che dovranno raggiungere il supermercato in futuro: l’area sarà stravolta per sempre”
Il progetto in sé prevede una compensazione del verde, con piantumazione di nuovi alberi. “Non basterà – incalza Ferrari –. Prima di riuscire a compensare davvero quegli alberi ci metteranno decenni e saranno da mantenere a spese nostre, mentre questo bosco sta già facendo gratuitamente il suo servizio alla comunità”.
L’accusa di vandalismo
Una recente nota del Circolo Pd Reggio Emilia Est alludeva ad atti di vandalismo avvenuti nel contesto delle manifestazioniportate avanti dagli attivisti. Nello specifico, al taglio degli pneumatici dei mezzi al lavoro al bosco urbano.
“La narrazione degli ‘ecovandali’ purtroppo non è una novità, anche a livello nazionale – risponde Mezzenzana –. Noi eravamo lì in un’azione di disobbedienza civile, fermando i mezzi con il nostro corpo, nessuno ha toccato le gomme: dipingere gli attivisti come vandali è sempre più semplice”.
“Prima di tutto quegli pneumatici erano state sgonfiati, non tagliati – ribadisce Ferrari – ma soprattutto noi non c’entriamo nulla. Di recente qui è stata abbattuta una recinzione del cantiere, per esempio, abbiamo subito temuto che la colpa venisse data a noi di nuovo”.
“Siamo qui a protestare ma non siamo per la violenza – conclude – e a ben vedere, anche i nostri manifesti e cartelloni sono stati strappati e rovinati”.