Burioni: "Guadagno tanto? Merito di studio e lavoro"

Il virologo esce in libreria con 'La formidabile impresa': "Scelta dei No vax irrazionale, nessun dialogo con loro"

Il virologo Roberto Burioni

Il virologo Roberto Burioni

Pesaro, 29 marzo 2022 - Roberto Burioni esce in libreria con il suo nuovo lavoro, 'La formidabile impresa', edito da Rizzoli. Il virologo pesarese, professore dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ospite fisso da Fabio Fazio a 'Che tempo che fa', parla degli ultimi due anni e di come la pandemia ha cambiato nettamente la sua vita. A partire dai no-vax e dalle minacce ricevute, fino alle polemiche sui compensi ricevuti. 

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No vax, nessun dialogo con loro

Spera ancora nel dialogo con i no-vax? "Non ci può essere alcun dialogo ormai. Essere no-vax, alla luce di quanto sappiamo dei vaccini, è una scelta irrazionale - dice Burioni in un'intervista a 'Il Corriere della Sera' -. Impossibile convincere con le armi della ragione chi fa scelte irrazionali. Anche il tifo calcistico è irrazionale. Io sono tifoso della Lazio: secondo lei qualcuno, ragionando con me, potrebbe portarmi a tifare per una squadra che vince di più, tipo la Juventus?".

Ancora minacce dai no vax? "Sì ma non ci penso più di tanto", continua. "Spesso ho avuto paura, non lo nego". Quando ha capito Burioni la piega che stava prendendo il Çovid? "A gennaio 2020. Quando seppi che una manager cinese in viaggio in Europa aveva contagiato diverse persone. Era la prova che anche gli asintomatici, gente all'apparenza non malata, poteva trasmettere il virus. Dissi pubblicamente che era necessaria la quarantena per chi aveva avuto contatti con persone che venivano dalla Cina". 

Due sbagli: su mascherina e vaccino

Poi il mea culpa su interpretazioni che a volte sono risultate errate. "Sia chiaro, anche io ho sbagliato qualcosa. Due cose: dire che la mascherina serviva solo ai malati, perché durante un'epidemia si era sempre fatto così, e scommettere sull'arrivo del vaccino non prima di due anni. La seconda previsione sono stato felicissimo di averla toppata", ammette il virologo. Le rinfacciano di aver detto all'inizio che in Italia c'era 'rischio zero'. "L'ho detto il 2 febbraio 2020 perché le autorità in quei momento affermavano che il virus in Italia non c'era. E io mi sono fidato", aggiunge. 

Che cosa le ha dato la pandemia che prima non aveva? "Penso ad alcune amicizie con persone che prima non conoscevo. Il generale Figliuolo, per esempio. Ma soprattutto Fabio Fazio", osserva.

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"I miei compensi? Frutto di anni di studio e lavoro"

Hanno scritto che guadagna cifre stratosferiche andando ospite a 'Che tempo che fa'. "Nessuno ha scritto le cifre esatte e comunque sono fatti miei e dell'agenzia dell'Entrate. Vuol sapere la cosa che mi colpisce di più delle polemiche sui compensi?, replica Burioni. Che cosa? "In Italia se uno vince dieci milioni al Superenalotto, cioè senza avere alcun merito, la gente è felice per lui. I soldi guadagnati mettendo a frutto anni di studio e di lavoro, quelli no, a tanti danno fastidio", avverte. Si è chiesto perché? "Invidia, credo. Al Superenalotto hanno l'ambizione di poter vincere tutti. Lo studio e la fatica sono un'altra cosa, evidentemente", rimarca.