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Ancona, 6 febbraio 2022 - I cani non finiscono mai di stupire . Ora sono capaci perfino di ‘scoprire’ chi è positivo al Covid . E’ quanto emerge dai risultati del primo studio scientifico multicentrico italiano, " C19-screendog ", presentato ieri nell’Aula Magna dell’Università Politecnica delle Marche , alla presenza, tra gli altri, del rettore Gian Luca Gregori .
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Lo studio è stato promosso dalla professoressa Maria Rita Rippo dell’Univpm , mentre il protocollo è stato ideato dal dottor Roberto Zampieri , fondatore dell’associazione cinofila Progetto Serena Onlus. L’obiettivo di "C19-screendog" è validare un protocollo per l’addestramento di cani specializzati nel rilevamento di soggetti positivi al Sars-Cov2 e di dimostrare che i cani preparati da cinofili esperti possono rappresentare un valido sistema di screening diretto su persona , senza ricorrere al prelievo di campioni biologici da far annusare, con specificità e sensibilità comparabile a quella dei test antigienici rapidi.
La diagnosi di Covid-19 richiede esami e test invasivi che consumano tempo e risorse . I cani da rilevamento sanno riconoscere campioni di sudore ascellare prelevati da soggetti positivi al Sars-Cov-2 con sensibilità e specificità comparabili a quella dei migliori test rapidi. Lo studio ha testato 1.251 soggetti; i cani specializzati hanno ‘annusato’ il Covid tra il 98 e il 100% dei casi (i test antigienici rapidi si fermano a 87-98%).
Risultati sorprendenti, al di sopra di ogni aspettativa. E’ il primo studio in Italia, probabilmente anche a livello globale , in cui la validazione del test di screening con i cani è stata eseguita direttamente su persona (senza l’ausilio della raccolta del campione di sudore) su molti soggetti, per i quali sono stati collezionati dati clinici, e in cui la segnalazione dei cani è stata incrociata con il referto del test molecolare effettuato nello stesso giorno.
r. m.
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