Caro bollette famiglie, il consiglio di Cna: "Rinnovare impianti e infissi"

Alessandro Amati, vicepresidente Cna e titolare dell’omonima azienda: "Troppi edifici in classe ’G’ e questo non aiuta il risparmio"

Alessandro Amati

Alessandro Amati

Modena, 23 gennaio 2022 - "Comprendo il malessere di tante famiglie in queste settimane" determinato dall’aumento dei costi dell’energia e dell’arrivo di bollette stratosferiche: "Il governo deve sicuramente intervenire per calmierare i prezzi". Ma occorre un intervento serio per "rinnovare impianti, le caldaie e gli infissi". E per questo servono azioni certe e durature nel tempo: "Ora abbiamo incentivi che scadono dopo due anni e la legislazione cambia ogni sei mesi, così una famiglia o un condominio non riesce a programmare interventi strutturali che consentirebbero di attutire il colpo quando si hanno picchi di rincari come quello attuale". A spiegarlo è il vicepresidente di Cna, Alessandro Amati, amministratore delegato di Amati Pietro spa, azienda specializzata nella gestione e manutenzione di impianti condominiali che si occupa di moltissimi palazzi tra Modena e Bologna. Gli amministratori di condominio hanno lanciato l’allarme per l’aumento delle bollette, in particolare per chi ha il riscaldamento centralizzato. "Sì, posso confermare che si respira un grande malessere per questi aumenti. Anche se sarebbe più giusto prendere come paragone i consumi del 2018 e del 2019 e renderci conto che due anni fa i costi si erano abbassati. Comunque è giusto che il governo si adoperi per calmierare i costi dell’energia dopo gli interventi che erano già stati fatti con il calo dell’Iva e l’abbattimento di alcune tasse. Però c’è troppa fretta e la fretta non è mai stata una buona compagna". A cosa si riferisce? "Oggi l’urgenza è sicuramente l’aumento della bolletta. Però ricordiamoci che ci sono ancora troppi edifici a ‘classe G’, ad alto consumo energetico, e impianti con vecchie caldaie. Bisogna riqualificare e coambientare il più possibile gli edifici, installare impianti fotovoltaici con pompe di calore per l’acqua calda, utilizzare nuove caldaie che consentano un risparmio anche del 30%. E per questo serve tempo". Il superbonus 110%, che è stato richiesto da moltissimi modnesi, è stato un incentivo in questo senso? "Sì certo, ma è in scadenza a dicembre 2023 per i condomini e da gennaio 2024, per due anni, previsto un decalage del 70%: chi è proprietario si troverà a pagare una parte dell’intervento di ristrutturazione fino anche a 15mila euro. Avrebbero dovuto mantenere una percentuale dell’incentivo più alta, magari al 90%. Non si possono dare incentivi solo per tre anni e poi bloccare tutto, bisogna permettere una continuità nel rinnovamento dell’impiantistica altrimenti non si riuscirà mai a raggiungere gli obiettivi di riduzione e del gas metano al 2026 e il completo azzeramento nel 2040". Quanti anni di sostegni servirebbero? "Almeno dieci. Questo ci permetterebbe di investire maggiormente sulle strutture, sui mezzi e sulla formazione del personale. E poi se il legislatore ogni due mesi cambia le regole, non consente di innescare nuove procedure necessarie per arrivare a migliorare il funzionamento degli impianti di riscaldamento".