GABRIELE MORONI
Cronaca

Chiara in silenzio in tribunale, l’avvocato: “Manca qualche pezzo della storia”

Neonati morti a Parma, la 21enne Petrolini non risponde alle domande del Gip. Il difensore: “Tutta la famiglia, chiede che si rispetti la riservatezza di ciascuno dei suoi componenti e la sofferenza che questa vicenda ha causato e sta causando. E’ una vicenda tragica da qualunque punto la si voglia guardare”

Parma, 26 settembre 2024 – Ha fatto la prevedibile scelta del silenzio. Chiara Petrolini scende da un'auto di servizio dei carabinieri quando sono le 14.24 coprendosi il volto con un foglio. Maglioncino blu sulle spalle, jeans, sneakers, stretta e protetta tra il difensore, l'avvocato Nicola Tria, e un'altra persona. E' attesa dall'interrogatorio di garanzia davanti al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Parma, Luca Agostini, con il pm Francesca Arienti. La 21enne studentessa di Scienze dell'educazione è agli  arresti domiciliari per omicidio volontario del figlio che ha dato alla luce la notte fra il 6 e i 7 agosto scorso nell'abitazione dove vive con i genitori, alla frazione Vignale di Traversetolo, sepolto nel giardino e ritrovato casualmente due giorni dopo il parto, il 9 agosto. 

Nicola Tria, l'avvocato difensore di Chiara Petrolini, la 21enne accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, in relazione al ritrovamento dei due neonati morti nel giardino della sua casa
Nicola Tria, l'avvocato difensore di Chiara Petrolini, la 21enne accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, in relazione al ritrovamento dei due neonati morti nel giardino della sua casa

Omicidio appesantito dalle aggravanti della premeditazione e della discendenza. Per il bambino dato alla luce il 12 maggio del 2023 e dissepolto lo scorso 12 settembre sempre nel giardino di casa, l'accusa è invece di soppressione di cadavere. Dura circa mezz'ora la sosta di Chiara Petrolini nel Tribunale parmigiano. Al termine, è il difensore a dialogare con i giornalisti assiepati in attesa. Quella del silenzio è stata una scelta strettamente "tecnica”.

Nessuna risposta del legale alle ripetute domande sulla sua assistita, la vita di oggi in detenzione domestica, il suo stato d'animo. Viene invece riportato il forte desiderio di riservatezza da parte della famiglia Petrolini. "Chiara - conclude il difensore - ha parlato due volte con gli inquirenti e non escludo che lo faccia nuovamente, domani, dopo domani, in futuro”.

PETROLINI
Chiara Petrolini è accusata di omicidio nel caso dei neonati di Traversetolo

Alla domanda dei giornalisti se manchi ancora qualche pezzo della storia, la risposta è “Sì, qualche pezzo manca, ma non so a cosa vi riferiate”. “Chiara - è stato l'esordio dell'avvocato Tria - si è avvalsa della facoltà di non rispondere. E' una scelta tecnica. E' ovvio che questo non significa, e mi preme chiarirlo, che in un altro momento non possa di nuovo rendere dichiarazioni o sottoporsi a interrogatorio, così come ha fatto anche, come voi sapete, perché vi è stato raccontato, in due circostanze in precedenza, una volta presentandosi spontaneamente, una volta essendo interrogata. Questa, ripeto, è una scelta tecnica. E' stata interrogata e io credo che abbia comunque fornito un contributo per nulla irrilevante alla ricostruzione dei fatti. Colgo l'occasione per dire una cosa che mi preme. La famiglia, tutta la famiglia, chiede che si rispetti, in qualche modo, la riservatezza di ciascuno dei suoi componenti, la sofferenza che questa vicenda ha causato e sta causando e si rispetti anche il legittimo silenzio che è stato deciso di mantenere, in questo momento, su questa vicenda. Questa è una vicenda tragica da qualunque punto la si voglia guardare. E anche particolarmente complessa, io credo. Questo tenevo a dirlo e l'occasione mi sembrava giusta”.

C'è una clausola finale riservata ai giornalisti: "Sappiate che io non ho intenzione di partecipare a processi paralleli sui media. Non ho intenzione di anticipare scelte o strategie difensive. Credo che i processi, al di là del vostro lavoro e del clamore mediatico che c'è in questo momento sulla vicenda, si facciano in tribunale e che quello è il luogo in cui si accertano le responsabilità e si ricostruiscono i fatti”.

Nessuna indulgenza per Chiara Petrolini. In una nota uscita in mattinata il procuratore di Parma, Alfonso D'Avino, ha sottolineato che nei confronti dell'indagata la Procura "non ha avuto nessun atteggiamento di indulgenza, avendo per lei chiesto, per ben due volte, la misura cautelare più grave, con ciò dimostrando il massimo rigore nell'applicazione della legge e nella gestione giudiziaria del caso"