Cimice cinese, invase campagne e città dell'Emilia Romagna

Danni alla frutta con punte fino al 40%. Colpite Modena, Ferrara, Bologna e la Romagna. L'allarme Coldiretti: "Colpa del caldo"

La cimice cinese sta provocando danni ingenti all'agricoltura

La cimice cinese sta provocando danni ingenti all'agricoltura

Bologna, 17 ottobre 2018 – E' allarme cimici in Emilia Romagna. A lanciarlo è Coldiretti regionale secondo la quale nelle campagne emiliano-romagnole le cimici sono arrivate nel 2016 e in tre anni hanno già provocato importanti danni ai frutteti. È la cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys) che attacca la frutta, in particolare le pere. Infatti i suoi primi attacchi sono avvenuti nelle province che producono maggiormente questo tipo di frutta, Modena e Ferrara, ma ben presto si è estesa al bolognese e alla province frutticole della Romagna, dove ha attaccato anche pesche, mele e kiwi.

Secondo Coldiretti i danni provocati da questo insetto sulla frutta in generale si aggira attorno al 10 per cento, con punte fino al 30-40 per cento in alcune aziende e determinati territori. Con l’arrivo dell’autunno – informa Coldiretti regionale – gli sciami si sono diretti anche verso i centri abitati alla ricerca di temperature meno fredde, prendendo d’assalto le case e costringendo i cittadini a barricare porte e finestre.

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La cimice asiatica – sottolinea Coldiretti – è particolarmente prolifica in quanto depone le uova almeno due volte all’anno con 3-400 esemplari ogni volta. La diffusione degli insetti, che non hanno in Italia antagonisti naturali, – spiega Coldiretti – è stata favorita da temperature ben al di sopra delle medie, in un 2018 che si classifica fino ad ora come l’anno più bollente dal 1800 con il mese di settembre che ha fatto registrare temperature superiori addirittura di ben 1,82 gradi e precipitazioni inferiori del 61% la media storica di riferimento (1971-2000), sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi nove mesi dell’anno.

La lotta in campagna – informa Coldiretti regionale – per ora può avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti anti insetti a difesa delle colture perché non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari.

“Siamo di fronte – conclude Coldiretti – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento che si è accentuata negli ultima anni ma anche con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ed anche l’aumento dell’incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti che colpiscono l’agricoltura”.

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