Ecosistema urbano 2021: Reggio Emilia seconda. Bene Bologna per le piste ciclabili

La 28esima edizione del rapporto Ecosistema urbano vede inoltre Ferrara decima, al top per la raccolta differenziata. La classifica

Reggio Emilia è la seconda città più 'green' grazie alle piste ciclabili

Reggio Emilia è la seconda città più 'green' grazie alle piste ciclabili

Reggio Emilia, 8 novembre 2021 - Proprio mentre è in corso la conferenza Cop26 a Glasgow, arrivano i dati della classifica delle province italiane più green: Reggio Emilia è da podio (secondo posto), insieme a Mantova, anche se l'"oro" resta a Trento. In coda si piazzano Palermo e Catania: in sette degli ultimi dieci posti ci sono centri del Sud, con l'eccezione di Alessandria (102esimo posto su 105) e di Cosenza, che risale al quarto posto. La classifica è stilata da Legambiente nella 28esima edizione del rapporto Ecosistema urbano, analizza 105 città capoluogo di provincia nel 2020, quando il Covid batteva più forte e il lockdown aveva "congelato" gli spostamenti. I risultati dell'indagine sono pubblicati oggi dal Sole 24 Ore.

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Reggio Emilia seconda: ecco perché

La città è salita dalla quinta posizione e resta sempre in testa nelle piste ciclabili.

La classifica

La top ten è monopolizzata da città medie e piccole del Nord, e la sola eccezione è Cosenza: quinta nel 2018, era ottava l'anno scorso, ma stavolta è addirittura quarta in particolare grazie al primo posto per basso numero di incidenti e acque depurate, il quarto per le isole pedonali, il quinto per la diffusione del solare termico e fotovoltaico su edifici pubblici e il nono per la "ciclabilità". Chiudono la top ten Treviso, nona, e Ferrara decima, al comando nella raccolta differenziata con l'87,6% di rifiuti separati.  In fondo alla lista, si rileva il quartultimo posto di Alessandria (con due rappresentanti del Centro, Massa e Latina, rispettivamente 98esima e 100esima) ma sette degli ultimi dieci capoluoghi appartengono al Sud. Di questi ben cinque sono siciliani.

Le città metropolitane: Bologna ok per piste ciclabili

L'analisi delle pagelle ecologiche delle grandi città metropolitane dal 2016 a oggi, in particolare centrata su quattro degli indicatori più importanti dell'indagine, mette in luce Milano, l'unica ad aver conseguito miglioramenti in tutti e quattro gli ambiti: mobilità, aria, rifiuti e auto. In particolare è l'unica, tra le grandi città, dove è diminuito il numero di auto circolanti ogni 100 abitanti.  Bologna, invece, si distingue per essere quella con più piste ciclabili: 12,4 metri lineari ogni 100 abitanti (+15%), Genova per il basso inquinamento, Palermo per la maggiore crescita (+12%) nella differenziata negli ultimi sei anni.

Legambiente: Pnrr inverta la rotta

Più auto in circolazione e un crollo quasi uniforme nell'utilizzo del trasporto pubblico, livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti e poche note positive che poco incidono sul trend complessivo, tra tutte, l'aumento della raccolta differenziata e dei chilometri di piste e infrastrutturazioni ciclabili: così Legambiente sintetizza i dati del rapporto Ecosistema Urbano rilevando "l'immobilismo delle città italiane" nel 2020 nelle politiche improntate alla sostenibilità, "seppur con qualche importante eccezione e best practice cui guardare per tracciare la rotta del cambiamento su scala nazionale". 

A fronte di un punteggio massimo teorico di 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione. "Il periodo pandemico, al netto di alcuni miglioramenti, ha complicato le cose - dichiara il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani - Ora, però, nell'ambito del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) si apre una possibilità per invertire la rotta: sono i bandi pubblicati dai ministeri per l'assegnazione di risorse da destinare alla differenziata e alla costruzione di impianti di riciclo, alla nuova mobilità, alla forestazione urbana, al ciclo integrato delle acque. Essenziale sarà la capacità degli uffici tecnici delle città di sottoporre progetti adeguati che rispettino i criteri ambientali stringenti imposti dall'Ue, ma anche un loro affiancamento da parte di strutture tecniche pubbliche centrali, per sopperire alla carenza cronica di personale e competenze delle amministrazioni locali".